La violenza contro le donne ’Apnea’, uscirne è possibile
Il libro scritto a quattro mani da Francesca Chiti e C.G., per anni vittima di soprusi domestici «Come ci ha insegnato la storia di Giulia Cecchettin, il compito di tutti è fare rumore»

Sabato 17 febbraio abbiamo partecipato alla presentazione del libro ’Apnea’ scritto a quattro mani da Francesca Chiti e C.G. Una storia di violenza domestica subita in silenzio per oltre trenta anni, fino a quando C.G. ha trovato la forza di denunciare e di parlare della sua vicenda. L’incontro con Francesca Chiti è stato, infatti, per lei l’occasione per dare voce a tutte le botte, gli schiaffi e gli insulti ricevuti.
In occasione dell’evento, organizzato dal Centro Studi Donati, abbiamo potuto rivolgere alcune domande alla giovane scrittrice pistoiese.
Perché il titolo ’Apnea’? «Apnea perché quando si trattiene il respiro si fa fatica, c’è uno sforzo ma anche l’attesa di tornare a galla. Con questo titolo io e C.G. abbiamo voluto alludere non solo all’attesa negativa della successiva violenza, ma anche all’attesa per la vita, la speranza e l’amore».
Qual è il rapporto tra lei e C.G.? «Il rapporto con C.G. è diventato importante in corso d’opera. All’inizio siamo entrate in contatto in modo casuale e in un primo momento ho preso la faccenda con leggerezza, ma dopo il primo colloquio ho capito l’importanza di ciò che stavo facendo. Ho così fatto in modo che lei fosse la protagonista della sua storia, perché fino a quel momento non era stato così».
Ci ha colpito molto la frase «Ho capito che è possibile crescere anche da grandi»: che cosa intende dire? «Una cosa che C.G. mi ha ripetuto spesso è che il percorso di crescita è progressivo. Non c’è un momento in cui si smette di crescere, ma si continua a farlo sempre e ciò aiuta ad assumere prospettive diverse».
Cosa ha provato quando ha iniziato a raccontare questa storia? «Tante emozioni ed è stato difficile non solo perché io ho un’esperienza di vita diversa, ma anche perché ho sentito una grande responsabilità, un fardello che fa soffrire ma che comunque voglio portare sempre con me e condividerlo. la cosa sorprendente è l’attenzione di C.G. nei miei confronti».
Si esce dall’apnea? «Credo che la risposta debba essere problematica, come lo è la do-manda, quindi rispondo sì, ma non basta la volontà del singolo, serve l’aiuto di altri».
Perché è importante aver scritto un libro come questo? «È importante per non far sentire C.G. più sola, perché sono tante le donne che ogni giorno subiscono violenza domestica e compito di tutti è fare rumore, come ci ha insegnato anche la storia di Giulia Cecchettin».
Perché Giulia siamo tutte noi, così come C.G. siamo tutte noi, come ci ricorda anche il quadro dell’artista pistoiese Rossella Baldecchi, esposto per l’occasione per la prima volta, dall’emblematico titolo ’Per ogni Giulia’.
Conoscere Rossella Baldecchi è stato per noi un onore. È arrivata un lunedì mattina, discreta come solo lei sa essere, portando sotto braccio una sua tela. Così ha avuto inizio il racconto del proprio percorso artistico e della sua poetica, al centro della quale donne e bambine, come in ’Peace’, il dipinto che ci ha mostrato dal vivo, raffigurante una bambina di spalle. A colpirci in modo particolare il dipinto raffigurante una bambina giapponese circondata da piccole gru, di cui due realizzate con la tecnica dell’origami. Abbiamo così scoperto la sorprendente storia di Sadako Sasaki, vittima delle radiazioni della cosiddetta black rain. A nove anni dallo scoppio della bomba atomica, la giovane si ammala di leucemia e, durante il ricovero, conosce la leggenda delle mille gru: chi avesse costruito mille origami a forma di gru, avrebbe esaudito i propri desideri. Così inizia a creare piccole gru, ma qualche mese dopo muore Oggi la statua di Sadako, con le braccia aperte verso il cielo mentre una gru spicca il volo dalle sue mani, si trova all’interno dell’Hiroshima Peace Memorial, dove Rossella Baldecchi ha esposto nel 2019 il dipinto a lei dedicato, per ricordare a tutti che certi orrori non dovrebbero mai accadere.
Ecco i nomi dei protagonisti della scuola secondaria di primo grado Anna Frank di Pistoia, classe terza D: Bianca Additati, Anna Vittoria Balleri, Hugo Libero Balli, Matteo Bertini, Emma Bulgarelli, Raffaele Cappellini, Giulia Carradori, Lorenzo Ginanni, Aurora Gjeka, Melissa Gori, Cosimo Magazzini, Giulia Mandi, Matilde Nasta, Iacopo Piotto, Tommaso Piotto, Eva Proto, Ludovica Sciatti, Noemi Severi, Diego Taddei, Viola Targetti, Vittorio Targetti, Giada Tasselli. Dirigente Scolastico: Margherita De Dominicis. Professoressa referente: Sara Lenzi.