ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Mattioli di Siena (SI) - Redazione

Cosa c’è dietro il principe azzurro? Dall’amore al possesso…

Intervista alla dottoressa D’Errico, autrice dei due format «Amore Criminale» e «Sopravvissute»

Sempre più spesso sentiamo parlare di discriminazione di genere, ma ne conosciamo veramente il significato? Quali sono i casi in cui si verifica? Abbiamo approfondito l’argomento con l’aiuto della dottoressa, che si occupa di questo tema.

Come mai lei ha deciso di occuparsi della discriminazione di genere? «In quanto donna, mi sono dedicata alla discriminazione di genere e ai casi di femminicidi diretti ed indiretti; dal 2016 mi occupo di questo argomento nei programmi da me diretti su Rai 3: ’Amore Criminale’ e ’Sopravvissute’, da cui emerge che i femminicidi sono commessi sempre di più all’interno della famiglia».

Quali sono le basi della discriminazione di genere, da cosa viene provocata? «La discriminazione di genere si verifica ogni volta che un uomo si considera più importante della donna e arriva a metterla in una posizione di inferiorità sotto diversi profili: sociale, economico, culturale e lavorativo. Questa situazione viene identificata come patriarcato. Le donne da sempre sono oggetto di discriminazione: fino a 60 anni fa non avevano diritto di voto, oggi sono poche quelle che riescono a occupare cariche importanti.

Per secoli il potere è stato concentrato sull’uomo e la struttura patriarcale ha ridotto la donna a rimanere un passo indietro al genere maschile. Ancora oggi la discriminazione di genere può influire sulla carriera di una donna o anche distruggerla: spesso le donne sono costrette a scegliere se avere dei figli o continuare con il proprio lavoro e sono sottoposte a continui pregiudizi».

Nel corso del tempo come sono mutate le leggi sulla discriminazione di genere? «Non esistono leggi sulla discriminazione di genere, ma leggi che favoriscono delle pene contro il carnefice, per esempio stalking e omicidio».

Come mai i casi di femminicidio nel mondo sono in continuo aumento? «Non so se nel mondo i casi di femminicidio non stiano aumentando, ma oggi se ne sente parlare maggiormente. Purtroppo i femminicidi non avvengono solo nei paesi dove la cultura obbliga le donne ad obbedire all’uomo e sottoporsi alle sue regole, ma anche nei paesi industrializzati, per esempio in Italia viene uccisa, in media, una donna ogni tre giorni».

Cosa bisogna fare in caso di violenza domestica? «Se ci accorgiamo di atti di violenza fisica e psicologica dobbiamo subito segnalarli al numero 112 o al 1522, un’associazione che si occupa di antiviolenza. E’ fondamentale non isolarsi poiché l’isolamento è il terreno fertile dove la violenza ha modo di svilupparsi».

 

Nell’ambito della discriminazione di genere un fattore molto rilevante è la violenza domestica, la quale è frutto del pensiero dell’uomo che considera la partner un oggetto di suo possesso. Il maschio violento vuole che la donna esegua tutti i suoi ordini senza oltraggiare. La dottoressa D’Errico ci ha fornito alcune metafore riguardanti la violenza domestica fra le quali abbiamo scelto di riportare quella dell’aragosta. Immaginiamo un’aragosta che viene immersa in una pentola tiepida e che piano piano l’acqua aumenti di temperatura, essa non si accorge da subito che quest’ultima diventa sempre più calda.

Quando però sarà diventata bollente, l’aragosta non sarà più in grado di fuggire; allo stesso modo il partner inizierà con atteggiamenti prima psicologici e poi fisici contro la donna, fino ad arrivare alla violenza domestica. Un altro tipo di violenza domestica è il femminicidio indiretto, cioè l’offesa psicologica e morale verso la donna. Nei casi in cui si presentano episodi di femminicidio indiretto il partner violento uccide, o tocca qualcosa di molto importante per la vita della donna in modo che essa sia costretta a obbedire a quest’ultimo. Un esempio è il caso in cui l’uomo, per punire una qualunque azione «sbagliata» della partner, toglie la vita ai suoi figli, provocando un atroce ed eterno dolore alla madre.

Molte donne vittime di violenza domestica non denunciano l’accaduto per paura di non essere credute e di venire giudicate dall’esterno.

La donna, quindi, viene accusata da molte persone di aver provocato il carnefice anche se essa è la vittima.

 

La redazione giornalistica è composta da Bagaglia Martina, Bianchini Ettore, Bouati Sami, Buonanno Giuseppe, Capannoli Niccolò, Carli Arianna, Cresti Emma, De Donnantonio Elisa, Fontani Anna, Fontani Emma, Iorlano Matteo, Iorlano Tommaso, Losi Martina, Mursa Adelina Anastasia, Partini Bernardo, Pisaneschi Marco, Romeo Marco, Sabaly Jacque Louis, Simoni Mattia, Sousane Ali, Stewart Alessandro Timothy, Volpini Emanuele, Zaccagnino Anna Chiara.

Dirigente scolastico: Rosa Laura Ancona.

Docenti tutor: Lucia Ferri.

Disegno: realizzato con la supervisione della professoressa Laura Monti.

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