ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Leonardo Da Vinci di Lastra a Signa (FI) - 2A

1924/2024 Primo secolo di radio Una voce nel cuore dell’Italia

Dalla passione di un genio al suo ruolo sociale. Non ha smesso di essere ascoltata e amata

Il 6 ottobre 2024 si celebrerà il centenario della radio in Italia, data importante ed orgoglio nazionale, dato che l’ideatore di questo rivoluzionario apparecchio è Guglielmo Marconi, grande fisico italiano premiato col Nobel. Nato a Bologna nel 1874, a soli 18 anni cominciò a fare esperimenti sulle telecomunicazioni senza fili nel suo laboratorio, portando nel 1895 i suoi apparecchi all’esterno, tentando una trasmissione wireless e facendo viaggiare un segnale per circa 2 km. Trasferitosi a Londra, nel 1898 iniziò la ricerca e la produzione di vari dispositivi di trasmissione, utilizzati per radio, radar, avionica e successivamente televisione. Sbarcato in America, Marconi si concentrò sull’Atlantico, convinto che le onde potessero oltrepassarlo seguendo la curvatura della terra e nel 1901 riuscì la comunicazione del primo segnale transoceanico.

Nel 1903 Marconi installò un’analoga stazione presso Pisa utilizzata fino alla Seconda guerra mondiale per comunicare in mare aperto, divenuta poi una delle più importanti d’Europa. Il 27 agosto 1924 venne fondata l’Uri, che poi si trasformò nell’Eiar e infine nell’attuale Rai. Il 5 ottobre Mussolini fece il primo discorso radiofonico della storia d’Italia e il giorno successivo, considerata data di inizio delle trasmissioni pubbliche, alle 21 Ines Viviani Donarelli lesse il primo annuncio augurando al pubblico un buon ascolto del concerto inaugurale. Il primo apparecchio commercializzato fu la radio a galena, semplice ricevitore privo di batterie, alimentato dalle onde ricevute grazie a un’antenna esterna. Negli anni ’30 la radio iniziò a diffondersi in tutte le case, grazie ai modelli Radio Balilla e Radio Rurale, popolari ricevitori a 3 valvole, i primi dispositivi pensati principalmente per utenti privati. Ma l’apparecchio non è nulla senza le trasmissioni; tra le più amate dagli italiani ricordiamo «I Quattro Moschettieri», mandata in onda dall’Eiar dal 1934 al 1937. Essa si sviluppava in chiave umoristica tra canzoni, voci narranti e dialoghi, inaugurando e portando al successo il genere della rivista basata sulla parodia.

Molto popolare è ancora oggi «Tutto il calcio minuto per minuto» su Radio 1, dedicato alle radiocronache in diretta del campionato di calcio, ideato nel 1960 da Moretti, Bortoluzzi e Zavoli.

All’inizio venivano trasmessi solo i secondi tempi per paura di un calo di affluenza negli stadi. In questi cento anni la radio ha accompagnato la storia degli italiani e ancora ci emoziona con voce fedele e discreta, la voce di un’amica che abbiamo voluto omaggiare.

 

Per il centenario della radio abbiamo intervistato Riccardo Cucchi, giornalista radiofonico e storica voce di «Tutto il calcio minuto per minuto».

Siamo a 100 anni dalla prima trasmissione radiofonica italiana, perché è così importante ricordarlo? «Perchè è stato il primo mezzo a raccontare la realtà».

Come ha influenzato la cultura? «Ha aiutato uno sviluppo umano importante, la fantasia. E grazie ad essa anche l’uomo».

Che differenza c’è tra le trasmissioni di oggi e di ieri? «È cambiato il linguaggio. Oggi il radiocronista è più libero».

Tra i mezzi di telecomunicazione, la radio è la più antica, perché è ancora diffusa? «Perché ti permette di ascoltarla mentre fai altre cose».

Perché ha deciso di lavorare in radio? «Quando sono nato c’era solo la radio, mi emozionavo».

Qual è stata la partita più emozionante che ha commentato? «L’ultima finale mondiale dell’Italia contro la Francia, ebbi la fortuna di urlare: Campioni del mondo!».

È stato difficile lasciare la radio? «Sì, partita Inter-Empoli del 12 febbraio 2017, i tifosi dell’Inter mi hanno dedicato uno striscione, sapevano che sarebbe stata l’ultima che avrei commentato. Cercai di contenere l’emozione».

Consigli per sviluppare capacità giornalistiche? «Essere curiosi, conoscere le parole, saper usarle, leggere e studiare, avere passione».

 

Ecco tutti i membri della classe IIA della scuola secondaria di primo grado Leonardo Da Vinci di Lastra a Signa: Giovanni Adorni Fontana, Nino Bardavelidze, Devid Becheanu, Virginia Billi, Orges Cano, Matilde Capasso, Riccardo Ciolfi, Elisa Coni, Guia Corazzesi, Klea Dervishi, Asia Ferriolo, Emma Galeotti, Elena Gamberini, Samuele Giacomelli, Uendi Kuti, Emma Pratellesi, Christian Romeo, Ting Sun, Davide Tarchi, Matteo Testi, Kjara Vrioni.

Dirigente scolastico: Eleonora Marchionni.

Docente: professor Ruggero Righetti.

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