ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado A. Paoli di Signa (FI) - 3F

La Smart City Un futuro di progresso e benessere

Sviluppo digitale, diritti, servizi ed ecologia. Un segreto: funziona solo se tenuti insieme

Ultimamente si sta diffondendo una nuova moda: quella della Smart City. Ma cos’è? E quali sono i pro e i contro? Alla lettera: «città intelligente». Un nuovo tipo di città moderna che usa tecnologie avanzate, permettendo a tutti di vivere meglio. Essa costruisce ogni tipo di servizio per ogni occasione, con più tecnologia e immediatezza. Per prima, una particolare cura dell’ambiente, per fare in modo che le persone si sentano più a loro agio. Alcuni esempi sono New York, Amsterdam, Helsinki, Shanghai, Barcellona. New York possiede tutto: grattacieli e strutture innovative, luci a led per minimizzare il consumo di energia, ma anche contatori wireless per il controllo dell’acqua e centraline per monitorare la qualità dell’aria.

A Helsinki la pandemia ha accelerato la digitalizzazione nel sistema sanitario e nelle scuole c’è stato, come ad Amsterdam, un aumento dell’uso della bicicletta. C’è poi Shanghai, tra le prime al mondo, che ha un governo digitale e la piattaforma Citizen Cloud che offre oltre mille servizi diversi ai residenti. Barcellona, infine, ha iniziato nei primi anni ’90 un processo di evoluzione che l’ha portata a essere una delle città più all’avanguardia dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Il modello di Smart City rientra anche in un punto cruciale dell’agenda 2030: l’obiettivo 11, diviso in 10 traguardi tra i quali garantire a tutti accesso e alloggi adeguati; migliorare il sistema dei trasporti; potenziare un’urbanizzazione inclusiva (e di questo leggeremo in approfondimento); la protezione del patrimonio culturale; ridurre l’impatto ambientale negativo pro-capite; fornire accesso universale a spazi verdi pubblici; supportare i positivi legami economici e infine aumentare il numero di città che adottano e attuano politiche inclusive.

Ma non è tutto così semplice, la Smart City ha anche dei contro.

Non solo un migliore utilizzo delle risorse con minori emissioni, reti di trasporto più intelligenti e un miglior smaltimento dei rifiuti, ma anche dei rischi: l’invasione della privacy a causa delle troppe soluzioni digitali, i nuovi sistemi informatici che rischiano di sostituirsi sempre di più agli esseri umani, fino a togliere lavoro. In questa complessità molto articolata, diventa quindi fondamentale lo studio e la prevenzione del rischio sistemico, ovvero il rischio di collasso di un intero sistema finanziario. Con la giusta attenzione, dunque, possiamo e dobbiamo migliorare le nostre città, anche iniziando dalle nostre piccole cose.

 

La classe, grazie a un progetto organizzato dalla scuola, ha potuto capire le difficoltà che affrontano le persone con disabilità. Con l’esperienza del «Marciapiede didattico» abbiamo affrontato i problemi con cui si scontrano le persone con disabilità fisiche nella vita quotidiana, nel momento in cui si ritrovano in carrozzina, su strade (o, per l’appunto, marciapiedi), piene di ostacoli come un bidone dell’immondizia di qualche locale o una bici legata a un palo della segnaletica stradale.

Con questo progetto ci siamo messi nei loro panni e abbiamo riflettuto a lungo. Secondo noi, però, a Firenze e provincia, nel percorso di eliminazione delle barriere architettoniche siamo abbastanza avanti. Certo, ancora non le abbiamo eliminate definitivamente, ma col passare degli anni la situazione ci sembra migliorata. Per essere sicuri della validità delle nostre idee, abbiamo chiesto ai prof il loro pensiero. Molti concordano con noi, ma altri ritengono invece che ci sia ancora molta strada da fare per andare verso un modello di città alla portata di tutti. Ricordiamo una data appena trascorsa: il 3 marzo c’è stato il 15° anniversario dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.

Speriamo sia stato un momento di riflessione sincera sul tema.

Ecco la classe III F dell’ Istituto comprensivo Paoli di Signa (Firenze); docente Luca Di Lello; dirigente scolastico Francesca Bini.

ALUNNI Simone Andorlini, Ilaria Beconi, Maya Cecconi, Cosimo Ciagli, Iris Ciulli, Gemma Cocchi, Samuele Condorelli, Malak El Moudine, Denisa Kalemi, Simone Lapini, Luca Macor Bertoni, Martina Magli, Camilla Mastrocinque, Riccardo Mele, Lavinia Morelli, Robecca Novellis, Mattia Orlando, Alessandro Pucci, Marco Vettori, Alessio Yu.

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