La miniera che cambiò il paese E il pioniere che la realizzò
Frederich Ammann, primo direttore del sito minerario di Abbadia San Salvatore
Qualche settimana fa abbiamo tenuto degli incontri con lo studioso ed appassionato di storia Marco Fabbrini, inseriti nel «Progetto Margherita» dal titolo: «Una Miniera di storie, laboratori di scrittura creativa, giornalismo, illustrazione». Ci ha parlato della miniera, della sua storia e di Frederich Ammann, primo direttore del sito minerario di Abbadia San Salvatore. A fine 1800 il paese non aveva risorse se non quelle provenienti dall’agricoltura e dai boschi. La campagna intorno era completamente coltivata, quasi tutti avevano animali che tenevano nelle stalle sotto alle abitazioni ma queste risorse non erano sufficienti alle esigenze familiari; infatti molti andavano a lavorare come braccianti in Maremma.
L’alimentazione era a base di castagne con le quali venivano ricavati farina e altri alimenti. Ammann era un ingegnere appena laureato quando venne assunto dalla «Società Anonima delle Miniere del Monte Amiata» e giunse in Italia dalla Baviera. Arrivato ad Abbadia trovò molte difficoltà, non comprendeva la lingua e il piccolo paese non conosceva l’industrializzazione. La creazione di una grande miniera di mercurio, tra le più grandi in Europa, cambiò completamente il volto di Abbadia: vennero assunti molti badenghi che prima erano solo dei braccianti e il borgo si trasformò. Il problema quando si scavarono le prime gallerie fu la presenza di acqua e quindi si utilizzarono pompe idrauliche alimentate da centrali idroelettriche. Per questo motivo Abbadia è stato uno dei primi paesi in Toscana ad avere l’energia elettrica. Il nostro non era più un semplice centro di montagna con mestieri e risorse legati allo sfruttamento del bosco ma era diventato una moderna realtà industriale. Il lavoro in miniera era duro e pericoloso, ci furono gravi incidenti causati dal crollo di gallerie; inoltre l’estrazione del cinabro e la lavorazione del mercurio causavano malattie e furono introdotte alcune norme a tutela dei lavoratori. Ammann si impegnò affinché venisse realizzato un ospedale a servizio dei minatori ma anche del paese, ancora oggi molto prezioso per tutta la nostra zona. Nel 1910 Ammann si ammala e muore; aveva ancora tante idee per migliorare le condizioni di vita dei minatori e del paese, ai quali si era molto affezionato. Presto si capì che il mercurio portava benessere ma causava problemi alla salute e all’ambiente; mentre il volto di Abbadia era cambiato profondamente si iniziò ad intuire che il futuro minerario del paese non poteva durare per sempre.
Negli anni ’70 la miniera iniziò a vivere una fase di crisi perché il mercurio perse mercato e si sapeva che con il passare del tempo poteva danneggiare la natura circostante e la salute. La miniera chiuse nel 1976 e negli anni a seguire le autorità provarono a trovare nuove idee per darle una seconda vita, mettendo anche in sicurezza l’ambiente e i cittadini. Negli anni ‘90 Agip SPA ha presentato un progetto di bonifica dell’area oggetto dell’attività estrattiva ed industriale, che è stato definitivamente approvato nell’anno 2000. Dopo la bonifica la miniera è diventata ufficialmente un museo minerario: questa era l’idea di partenza dei minatori e ancora oggi il museo tiene vivo il ricordo del passato industriale del paese e collabora con le scuole. Negli anni precedenti si erano conclusi i lavori di messa in sicurezza del sottosuolo. Per il progetto di bonifica nei mesi successivi al contratto con Eni, subentrata ad Agip, è stata svolta una rilettura con lo scopo di proporre delle linee guida per l’eventuale implementazione e supportare le previsioni urbanistiche del piano strutturale. Sette anni dopo il comune fece un nuovo piano di bonifica e recupero e nel 2000, a lavori conclusi, nasce il Parco Museo Minerario, creato per far conoscere e ricordare la storia della miniera, anche perché il valore storico e culturale di questo patrimonio doveva e deve essere preservato e tramandato alle nuove generazioni. Il museo oggi è il secondo più visitato della provincia di Siena, organizza anche molte attività legate alla scoperta e tutela del nostro ambiente boschivo e storico.
Classe 3 B Istituto Omnicomprensivo Avogadro Da Vinci Abbadia San Salvatore: Antunes Gabriel, Bianchi Virginia, Boricchi Ashley, Cappelletti Gemma, Cherif El Hafali Jihane, Conti Riccardo, Contorni Alice, Emmanuel Gift, Fabbrini Nicole, Fieromonte Michele, Hawladar Shaid, Larica Nicolae Gabriel, Luparelli Chiara, Luparelli Ilaria, Morazzini Mattia, Mulas Benedetta, Rossi Camilla, Rossi Tommaso, Santarelli Giorgia, Taliani Sophie, Tondi Matias, Vagini Elena, Viciarelli Noah, Viti Leonardo.
Dirigente scolastico: Maria Grazia Vitale Docenti Tutor: Letizia Pizzetti, Giuliana Luisa Scaffai