ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Don Corrado Giorgetti di Gramolazzo (LU) - 2A

Nuovo studio dal sapore antico Ecco il laboratorio demologico

Un tuffo nella tradizione con il Museo italiano dell'immaginario folklorico di Piazza al Serchio

Il nostro “viaggio” nell’oceano della memoria ha avuto inizio lo scorso anno, quando abbiamo cominciato a collaborare con il Museo italiano dell’immaginario folklorico di Piazza al Serchio, con lo scopo primario di imparare ad ascoltare e a conoscere le nostre tradizioni, in modo tale da tramandarle alle future generazioni, valorizzando le peculiarità locali dell’Alta Garfagnana. Un mondo di leggende, un mondo di credenze, un mondo antico, ma sempre nuovo. Tutto questo è il Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico di Piazza al Serchio. Una realtà a noi vicina, che ci ha accompagnato nel viaggio di riscoperta delle nostre tradizioni. Perché, nel 2024, vogliamo ancora parlare di tradizione, di antichi usi e costumi, di leggende che si perdono nella notte dei tempi? A detta di molti, infatti, dovremmo ormai abbandonarle, dimenticarle. Not for us! Non secondo noi.

Il valore della tradizione è inestimabile.

Da sempre, infatti, l’uomo ha sentito il bisogno ancestrale di narrare, di raccontare storie, di inventare.

Lo sanno bene i nostri nonni, bisnonni e antenati che, la sera, quando non c’erano TV o internet, si ritrovavano “a veglia”, spesso accanto a un focolare, ad ascoltare racconti, lavorando con l’immaginazione. In questo modo hanno dato vita a personaggi buffi, a volte dispettosi, come “il Buffardello”, o spaventosi, come “il serpente Devasto” o “gli Streghi”. Durante il corso dell’anno scolastico, abbiamo preso parte a questo progetto, aiutati dai collaboratori del Museo e dalla nostra professoressa di italiano. Inizialmente, abbiamo ascoltato diverse leggende già presenti sul sito del museo e poi ci hanno chiesto di improvvisarci “piccoli antropologi”, quindi di realizzare interviste attraverso registrazioni in video o audio a parenti o conoscenti, mentre raccontavano leggende locali, preferibilmente in dialetto.

La fase successiva ha riguardato poi la trascrizione letterale del racconto, per la quale ci siamo serviti di una legenda da noi elaborata, in cui erano presenti alcuni segni ai quali corrispondevano i relativi suoni in dialetto, le pause, il ritmo, il tono, per cercare di riprodurre più fedelmente possibile ciò che avevamo ascoltato. È stato molto divertente! In seguito, abbiamo trascritto i testi da noi raccontati in italiano corretto, modificando il linguaggio e inserendo la punteggiatura adeguata. Ogni leggenda è stata poi rappresentata graficamente, a seconda della nostra immaginazione e inventiva. Quest’anno, ci eserciteremo nella lettura “espressiva” di tali racconti, incrementando la capacità di leggere ad alta voce, cercando di catturare l’attenzione degli uditori. Il progetto terminerà il prossimo anno, con la creazione di un’attrazione turistica che consiste, in particolare, in un Tour virtuale, composto da una mappa del nostro territorio in cui, per ogni piccolo paesino, con un solo click, si potrà fruire del podcast delle leggende raccontate, del racconto trascritto e della vignetta realizzata.

 

Una delle tante storie che abbiamo raccontato e che ci ha colpiti per la sua originalità è quella del Buffardello o Baffardello. Alcuni di noi hanno raccolto diverse informazioni sul Buffardello, perché ogni paese possiede una versione diversa della storia, che, nella maggioranza dei casi, è educativa: serve infatti a insegnare ai bambini comportamenti adeguati e non. Il Buffardello è presentato come un folletto di bassa statura, con le sembianze di un elfo, che si diverte a fare delle “marachelle” agli abitanti dei piccoli paesi. Sembra che abbia un cappello rosso a punta, dal quale fuoriescono le sue orecchie, tanto grandi quanto le sue scarpe.

È un ometto furbo e dispettoso che ogni sera si diverte a fare scherzi alle persone; come nascondere, rompere o rubare oggetti dai cassetti delle case o intrecciare i lacci delle scarpe e le code ai cavalli o alle mucche nelle stalle. Qualcuno afferma di averlo visto con i propri occhi, ma mai nessuno è riuscito ad acciuffarlo… è veloce come un fulmine ed è in grado di sparire in un batter d’occhio! Lo hanno “conosciuto“ anche i nostri nonni e bisnonni, che ne raccontavano le “gesta“ la sera magari seduti davanti al fuoco.

E così Il Buffardello è rimasto nei ricordi e nelle fantasie di più generazioni.

 

A realizzare questa pagina del concorso Cronisti in Classe sono stati gli alunni della classe IIA della Scuola Secondaria di primo grado Don Corrado Giorgetti di Gramolazzo (Istituto Comprensivo Piazza al Serchio).

Sono Amber Alessia Cabonargi, Marco Cargiolli, Samuel Giannasi, Viola Martini, Gabriele Nicoletti, Emma Orsi, Benedetta Peghini.

Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di Piazza al Serchio: professoressa Giovanna Puccetti Insegnante Tutor: professoressa Lisa Comparini

Votazioni CHIUSE
Voti: 20

Pagina in concorso