ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Fanciulli di Firenze (FI) - 5A

Generi diversi ma senza disparità Violenza di genere: e i bambini?

Ogni piccolo essere è una speranza. Relazioni come nidi e non gabbie chiuse a chiave

Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica. Bisogna fare qualcosa. E noi ci abbiamo provato, organizzando, negli open days del nostro istituto, una grande installazione per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Ogni giorno accendiamo la televisione e sentiamo la solita notizia: donna oggetto di violenza. Violenza di ogni tipo: fisica, psicologica, sessuale. Fino alla più estrema, il femminicidio. La nostra reazione è ormai quasi distaccata, perché questo tipo di fatto è diventato un evento a cui ci stiamo abituando, una quotidianità. Atti ordinari ma che normali non sono affatto. Cosa c’è all’origine di tutto questo? La società è maschilista praticamente da sempre: già nelle varie civiltà antiche, con poche eccezioni (per esempio gli etruschi), le donne vengono pensate proprietà dell’uomo, i loro diritti sono inferiori a quelli maschili o non ne hanno affatto. Ma anche oggi, quando l’articolo 7 della carta dei diritti umani e l’articolo 3 della nostra Costituzione, sanciscono l’uguaglianza, la storia non cambia, come la vicenda di Malala e i quotidiani fatti di cronaca ci hanno insegnato.

Ma c’è una speranza, sono i giovanissimi, siamo noi. Noi che con i nostri insegnanti, le nostre famiglie e gli altri educatori non ci nascondiamo le verità che stanno dietro a tutto questo: come l’importanza esagerata che diamo al possedere cose più che al valore delle persone, con il possibile passaggio, che può diventare molto forte, a considerare anche una fidanzata, una compagna, come un oggetto di nostra proprietà.

Già quando siamo bambini e bambine, quando vogliamo che un amico sia solo nostro e siamo gelosi degli altri suoi affetti cadiamo in questo errore; le relazioni «prigione», di qualsiasi tipo siano, sono tossiche, insane. Non devono esserci gabbie: le persone devono sempre poter essere libere di volare, nel rispetto reciproco e tornare, deve essere sempre una scelta.

Se qualcosa non funziona dobbiamo essere capaci di gestire la frustrazione. Ciò a cui dobbiamo educarci quotidianamente è ad essere resilienti. Mai usare la violenza, parlare con calma, spiegare le proprie ragioni. E le donne non dovranno più stare in guardia, armate di scudo per difendersi da chi dovrebbe amarle. «One pen, one book, one child, one teacher, can change the world» ha detto Malala. Posiamo le armi, abbassiamo gli scudi, usiamo una penna e un libro. Ogni bambino, ognuno di noi, rappresenta la speranza per cambiare il mondo.

 

Abbiamo condotto un’inchiesta tra Tradizionalisti e Boomer, perché testimoni dell’evoluzione della donna nella società negli ultimi novant’anni. Alla domanda di come sia cambiata la donna nel tempo, hanno individuato nell’emancipazione e nella libertà, il cambiamento sostanziale; considerazione e percezione da parte dell’uom oe della società non sempre sono andate di pari passo con l’evoluzione femminile. Per il raggiungimento della parità dei diritti civili molto è stato fatto (lavoro, studio, voto, aborto, divorzio) ma ancora tanto manca: non è scritto da nessuna parte che a parità di lavoro gli stipendi possano differire, ma nella pratica spesso è così. E la maternità è ancora penalizzante. Abbiamo chiesto se le violenze nel passato fossero minori di oggi e la risposta è stata che ci sono sempre state, che le donne non chiedevano aiuto e che in alcune realtà le giustificavano («patriarcato interiorizzato»). Ci ha colpito la risposta alla richiesta se fossero stati testimoni di violenza, perché più della metà ha detto di aver assistito o averla subita e di esserne stato segnato per la vita. Riguardo a cosa pensino che noi bambini possiamo fare per raggiungere una totale parità di genere, hanno evidenziato educazione, istruzione, autostima e rispetto.

 

Gli alunni della 5A della scuola primaria Fanciulli: Martina Agostino, Sole Anselmo, Gilberto Bo, Virginia Bonuccelli, Niccolò Buscema, Micheal Calamai, Eva Casalini, Ludovica Ciuccio, Silvio Bejamin Colapietro, Obregon Kendall Hayenna Cordova, Giulia Dacquì, Romagnoli Sergio Daniel Dall’Armi, Alice Forni, Kristian Kostic, Lorenzo Laface, Dario Langella, Anna Nencioni, Mya Noferini, Maria Francisca Picca, Edoardo Maria Pilosu, Francesco Giovanni Rita, Gabriel Rossi, Paolo Salerno, Diego Sepe, Razvan Daniel Talmacel.

Gli alunni sono stati coordinati dall’ insegnante Alessandra Paternoster.

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