ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado L. Da Vinci di Castelfranco di Sotto (PI) - 3B

Mai visto un palio con i barchini? No? A Castelfranco di Sotto c’è!

Quattro contrade si sfidano per il Cencio in tre corse intorno a piazza Garibaldi e nella sfilata storica

Avete mai visto un palio con i barchini? No? A Castelfranco di Sotto c’è! Il palio è stato istituito nel 1987, durante il mandato del sindaco Rosario Casillo. Il nome delle contrade, San Bartolomeo a Paterno, San Michele a Caprugnana, San Martino a Catania e San Pietro a Vigesimo, deriva dal nome dei centri abitati, allora dipendenti dalla Pieve di Santa Maria a Monte, che intorno all’anno 1000 si uniscono, dando vita al castello «franco», perché, essendo il borgo situato in una zona strategica del territorio, al suo interno non si pagava alcuna tassa.

Il territorio del comune passò prima sotto Lucca poi sotto Firenze.

Nel 1925 sotto la provincia di Pisa, di cui occupa l’estremità nordorientale. Ogni contrada ha dei colori differenti: San Bartolomeo rosso e blu, San Martino verde e arancione, San Michele giallo e nero e San Pietro bianco e azzurro. Ciascuna contrada ha la propria squadra di sbandieratori e di tamburini, che ogni anno si allena per esibirsi alle varie sfilate, con tanti sacrifici, perché sono abilità che richiedono tanto allenamento e dedizione.

Tutti possono far parte di queste squadre, perché se è vero che richiedono tanto impegno, è anche vero che sono un momento per divertirsi e stare insieme.

Il palio è suddiviso in tre diverse categorie: il mini Palio, dove i rematori, che in questo caso sono i più giovani, percorrono solo due giri intorno alla piazza, il Palio rosa, dove le rematrici percorrono due giri e il Palio classico, dove i rematori devono compiere tre giri attorno alla piazza su barchini lunghi tre metri e mezzo, dal fondo piatto, seguendo il tracciato delimitato da balle di fieno. Le contrade, ogni anno, si contendono il «cencio», dipinto ogni volta da un artista diverso. Per noi ragazzi, il giorno del palio e della sfilata è molto importante ed è un giorno di puro divertimento. La mattina ci svegliamo presto per andare a vedere la sfilata, magari qualcuno proprio per sfilare, mentre il pomeriggio stiamo insieme per tifare ognuno la propria contrada.

In contrada, però, non si festeggia solo il giorno del palio: si festeggia tutto l’anno! Le varie cene a tema fanno parte della vita di contrada, dei momenti per stare insieme ad altre persone e fare nuove amicizie. Insomma il Palio è davvero tutto l’anno, perché rappresenta un’opportunità per rafforzare la comunità e la socialità del nostro paese. Vivere il Palio vuol dire sviluppare abilità, ma vuol dire soprattutto sentirsi parte della storia e del nostro vissuto. Castelfranco è cambiata molto negli ultimi anni, e spesso sentiamo parlare di difficoltà e di problemi. Noi crediamo, invece, che proprio attraverso questa bella tradizione possiamo rafforzare i nostri legami, possiamo fare in modo che le iniziative legate alla manifestazione possano aprirsi a tutti e, magari, anche ad altre tradizioni e ad altre culture, per dare vita ad un Palio che sia di tutti i castelfranchesi.

 

La scelta di parlare del Palio è dettata dalla passione per questa manifestazione. Ma tra di noi c’è sicuramente chi la vita di contrada la sperimenta quasi quotidianamente.

Ragazzi ogni quanto si riunisce la contrada? «Quasi tutte le sere per passare del tempo con gli amici, a volte per organizzare cene o giochi.

Ovviamente le riunioni si intensificano con l’avvicinarsi del Palio, quando ci sono da organizzare gli appuntamenti più importanti». Come vengono organizzate le cene di contrada? «Le cene hanno vari temi e ogni ragazzo contribuisce ad aiutare a rendere la serata speciale. Qui diventa centrale il lavoro dei cuochi e di tutti coloro che fino a notte fonda lavorano per ripulire tutto».

Chi partecipa alle sfilate? «Le contrade, ovviamente, ma anche le varie società sportive di Castelfranco, ad esempio la pallavolo e il pattinaggio.

Inoltre ci sono le autorità del paese». Quali sono gli aspetti positivi di vivere una manifestazione come questa? «Lo stare insieme. E farlo a titolo completamente gratuito.

Nessuno viene pagato, tutto è volontariato. Crediamo che, oltre al divertimento, sia davvero un modo per imparare a condividere con gli altri il proprio tempo e il proprio impegno, mettendo in campo le nostre abilità, senza pensare a ricompense se non quelle dell’animo».

Classe 3^ B Secondaria di primo grado Istituto comprensivo «Leonardo da Vinci» di Castelfranco: Rocco Alberto Bertoncini, Gloria Bibaj, Emma Brogi, Aurora Bruno, Sofia Cavallaro, Roberto Cecchini, Roberto Chiarugi, Abigaille Demasi, Daniel Ditta, Ibraema Fall, Fatou Fall, Andrea Farruku, Fallou Kandji, Ibraim Kassid, Dario Kazazi, Vittoria Montini, Jesse Ngendanzi, Assane Ngom, Marco Paci, Vittoria Puccioni, Mbery Sarr, Noemi Sorrentino, Vittoria Taddei, Alice Turi, Chiara Veshti, Ilyass Zeggani. Professoressa tutor Sara Serafini.

Dirigente scolastico Sandro Sodini.

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