ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Duca D'Aosta di Cascina (PI) - 3A

Come ci siamo «Macchiati» di Blu

Studenti in tour alla mostra di Palazzo Blu di Pisa dedicata ai «Macchiaioli». «Il respiro» dei quadri

Entusiasti dell’idea, ci aspettava un’intera mattinata fuori dalle mura scolastiche per ammirare quadri, studiati su carta, ora finalmente dal «vero». Minuti di treno e di chiacchiere scanditi da un paesaggio che scorre velocemente dal finestrino ed eccoci a Pisa davanti a un maestoso palazzo dalla facciata tutta blu! Una vera «macchia» di colore sul Lungo-fiume. Un portone e un manifesto gigante: «I Macchiaioli». Subito persi nell’osservazione di dipinti e fotografie di metà ‘800, fatto di momenti semplici, legati alla vita di tutti i giorni, tra paesaggi di campagna, scorci di vita cittadina e impegno militare scopriamo che la mostra consta di circa centoventi opere e che si articola in undici aree tematiche. L’atmosfera è quella del «Caffè Michelangiolo» di Firenze, ritrovo alternativo per intellettuali, patrio-ti e artisti.

E’ qui che incontriamo un gruppo di artisti toscani come Signorini, De Tivoli, Cecioni, Fattori o provenienti da altre regioni italiane, come Abbati, Cabianca, Lega e l’intellettuale del gruppo: Martelli.

Eccoli i nostri Macchiaioli: spiriti indipendenti e ribelli che si op-posero alle rigide regole accademiche pittoriche del Neoclassicismo e del Romanticismo.

Una nuova generazione di artisti che si auto-definiscono «progressisti»; con l’obiettivo di prendere le distanze dall’Accademia.

Il quadro è frutto del contrasto di macchie chiare e scure, il colore concepito come «colore-luce»; e la pittura «En Plein Air».

Capaci di rendere in pittura «il respiro» della loro realtà, scopriamo, nel percorso museale, che il nome «Macchiaioli», come per gli Impressionisti, fu dato loro in modo dispregiativo, rivalutati infatti solo nel ‘900.

Ci cimentiamo in itinere nel disegno «dal vero» riportando sui nostri taccuini alcuni quadri, tra cui «I promessi sposi» di Lega.

Esperienza che ci avvicina ancor di più al loro linguaggio figurativo ‘scolpendo’ nella nostra memoria alcune tra le opere più belle in mostra.

Catapultati nell’Esposizione Universale di Parigi, la pittura diventa più «atmosferica» e meno «scolpita» dalle luci e dalle ombre. A passeggio nel Palazzo incontriamo la Storia: nei ritratti di Mazzini e Garibaldi di Lega, ‘In Vedetta’ di Fattori, nelle «Cucitrici di camicie rosse» dove esplode l’arte-espressione della neonata nazione e matura in noi l’idea che a fare la storia non siano stati solo soldati e politici.

Partiti scettici, arrivati a casa, saremmo tutti voluti tornare a «macchiarci» di blu.

 

Ci siamo chiesti, a partire dall’esperienza dei Macchiaioli: l’arte è militante? Si è occupata nei secoli dell’attualità politica e sociale del suo tempo? E oggi? L’arte è per sua natura uno strumento per conoscere e intervenire sulla realtà di ogni tempo. E l’artista, in antico come in epoca contemporanea, attraverso la sua opera, crea interesse, genera il pensiero, smuove le coscienze, suscita il dubbio, getta un cono di luce sull’ombra nella quale talvolta la realtà resterebbe confinata, reclusa; combatte una quotidiana e silenziosa, ma esplosiva battaglia, contro l’indifferenza e l’assuefazione alle brutture dell’umanità.

Lo erano allora i Macchiaioli, artisti militanti, nelle battaglie risorgimentali per l’Indipendenza e l’Unità d’Italia, lo sono oggi i moltissimi artisti attivi e impegnati contro l’invasione russa dell’Ucraina.

Alla Biennale di Venezia va in scena la denuncia della distruzione del binomio uomo-natura attraverso il non sense della guerra, come le sette opere di Banksy, street artist britannico, in Ucraina che, strappando un po’ di normalità ai locali, richiama a gran voce l’attenzione pubblica internazionale.

 

Quali sono le caratteristiche innovative dell’arte dei ‘Macchiaioli’? «Scompaginare le regole accademiche italiane per proporre un nuovo modo di affrontare la pittura. Sono innovativi per recepire la natura e restituirla con macchie di colore e per aver eliminato la pittura a velature».

L’Impressionismo è stato stroncato da un critico d’arte, lei come avrebbe ‘criticato’ la pittura dei «Macchiaioli»’? «Li avrei definiti artisti capaci di discutere, aprirsi al mondo circostante, mettersi in discussione, desiderosi di sperimentare e trovare un nuovo modo di rappresentare la realtà».

Quale è il suo Macchiaiolo preferito e quale opera? «Prediligo Telemaco Signorini e la sua opera ‘Il Merciaio di La Spezia’».

I Macchiaioli si sono interessati all’Indipendenza italiana. L’arte può fare qualcosa per l’attualità? «L’arte è uno strumento principe per comprendere e per modificare la realtà. E’ una delle sue più importanti mission. Pensate ad opere come ‘Guernica’ di Picasso, ma anche all’attivismo degli artisti contemporanei di fronte all’abominio della guerra russo-ucraina».

La III A D’Aosta di Cascina.

Baglini Ambra, Biasci Virginia, Birindelli Dario, Bonavolontà Lorenzo, Bullari Andrea, Cecchetti Ginevra, Ciuffardi Azzurra, De Vita Emanuele, Del Nista Manuel, Di Matteo Davide, Masoni Giulia, Massaro Melissa, Meozzi Thomas, Mohamed Sabrina, Morganti Manuel, Pellegrini Alessandro, Petrella Christian, Pieroni Wilfredo Mario, Prispolini Allegra, Repeti Aurora, Sciolla Daniele, Tarantino Anna, Tondo Alice Jasmine, Valentini Greta.

Dirigente scolastica: Paola Ercolano. Docenti tutor: Alessandra Mazziotti, Irene Poli, Francesca Bacciarelli.

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