ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola secondaria di primo grado Guido Cavalcanti di Sesto Fiorentino (FI) - 2B

Carcere minorile: riscatto e rieducazione

Viaggio nel sistema penitenziario per capire come si vive dietro le sbarre. Cosa dice la Costituzione italiana

Sentiamo e leggiamo frequentemente notizie di sovraffollamento nei carceri e di persone che, da poco tornate in libertà, vi rientrano. Da giovani studenti, cittadini del mondo di domani, abbiamo deciso di provare a riflettere su una delicata sfera della solidarietà umana, quella nei confronti di detenuti, giovani, come noi, o poco più. La città di Firenze ospita l’Istituto Penale per i Minorenni in Via Orti Oricellari: nel 2021 hanno fatto ingresso in questo Istituto di pena minorile trentasei ragazzi, di cui 24 cittadini stranieri e 12 cittadini italiani. Fra i reati più comuni compiuti dai ragazzi si annoverano: spaccio (anche come reato associativo o di bande), rapina, omicidio, tentato omicidio e cumuli di pena attribuibili a reati più o meno gravi.

In molti casi i reati sembrerebbe-ro essere stati commessi sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

All’interno dell’istituto i ragazzi vengono inseriti in un percorso di formazione scolastica o professionale e sono tante le associazioni che offrono attività, dal corso di basket piuttosto che di teatro, come sono tanti i volontari che scelgono di dedicare il loro tempo a quelle persone che ce l’hanno fatta, hanno scontato la loro pena e cercano di tornare a vivere una «vita normale».

Alcune testimonianze ci hanno particolarmente toccato il cuore: spesso non è facile riappropriarsi della vita dopo l’esperienza del carcere, bisogna ricostruirsi e farsi accettare dalla società. Nel nostro ordinamento penale, per espressa previsione Costituzionale, la pena deve tendere alla rieducazione del reo; la funzione rieducativa della pena trova il suo riconoscimento nel terzo comma dell’articolo 27 della Costituzione Italiana, il quale sancisce che «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».

Fu nel Diciottesimo Secolo che il grande illuminista Italiano Cesare Beccaria, nel suo trattato «Dei Delitti e Delle Pene», affermò: «Se dimostrerò non essere la morte, né utile né necessaria, avrò vinto le cause dell’umanità». Deve esserci la giusta proporzione per i delitti e le pene; le pene devono essere proporzionate ai danni arrecati. E noi vogliamo concludere con un messaggio di speranza per tutti i giovani, donne e uomini, che nella vita hanno commesso un errore: «Potranno recidere tutti i fiori, ma non potranno fermare la Primavera».

 

Quali sono i reati più frequenti? «I minori generalmente delinquono per spaccio, furti, stalking e maltrattamenti».

Qual è l’età minima di accesso ad un carcere minorile e sotto questa soglia cosa accade? «L’età minima è 14 anni, al di sotto della quale chi esercita la responsabilità genitoriale risponde delle azioni dei minori. La giustizia italiana parla di carcere come estrema ratio, si tenta, infatti, per prima cosa il recupero e la rieducazione in apposite strutture, o la cosiddetta messa in prova o custodia cautelare».

Quali sono le strategie messe in atto in un carcere per far sì che i detenuti, scontata la pena, possano riavere una vita? «In carcere è possibile frequentare la scuola, corsi laboratoriali e professionalizzanti; ci sono anche associazioni di volontariato, che accolgono e sostengono i detenuti».

Cosa succede se una donna incinta finisce in carcere e chi si occupa del bambino dopo il parto? «Se il giudice ritiene che la donna sia idonea a tenere il bambino con sé, può farlo fino al compimento del terzo anno di vita del bambino; dopodiché si occuperanno del piccolo il padre o i familiari, nei casi peggiori il bambino viene affidato ai servizi sociali o ad altre famiglie».

 

L’Istituto Comprensivo «Gino Strada» di Sesto Fiorentino ha organizzato una raccolta di beni di prima necessità per la cura personale dei detenuti nei carceri di Firenze. L’iniziativa è stata promossa da un’associazione di volontariato ed è stata organizzata dall’operatrice scolastica Teresa Marino e da un’ex docente della scuola secondaria di primo grado. Nell’atrio del plesso «Guido Cavalcanti», agli inizi del secondo quadrimestre scolastico, è stato posizionato un contenitore per la raccolta, gli studenti ed il personale docente e non docente hanno donato indumenti intimi, calzature sportive, asciugamani ed accappatoi in buono stato e spazzolini da denti.

Lo scopo di questa iniziativa benefica è stato quello di aiutare i detenuti più indigenti e privi di riferimenti esterni, nonché quello di far riflettere sul tema della vita nel carcere: la maggior parte delle testimonianze ci racconta di ragazzi stranieri, arrivati in Italia da soli, privi di documenti che, trovandosi senza casa e senza mezzi di sostentamento, finiscono per delinquere con furti e spaccio. Una raccolta non può risolvere il problema ma è stata sicuramente un’occasione di sensibilizzazione.

Classe II B della Scuola secondaria di primo grado Cavalcanti di Sesto Fiorentino: Viola Albertoni, Assma Askri, Leonardo Bacci, Kejsi Bakiasi, Marife Suarez Bernardo, Greta Bonechi, Christian Butelli, Alberto Caianiello, Esteban Alexander Pleitez Carias, Elion Doci, Cosimo Galeotti, Sofia Giachi, Agnese Giraldi, Gadaf Kastrati, Sara Marmo, Siham Mastakou, Tommaso Pennimpede, Chiara Pregno, Mia Schiavoni, Sidney Giannira Pacherre Simbala, Mattia Tattini, Matilde Vallauri, Emanuele Vallotti, Anouar Zarktouni.

Docente tutor: Maria Rosaria Guarcini.

Dirigente scolastico: Domenico Rodolfo Sarli.

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