ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Alessandro da Morrona di Terricciola (PI) - 3B

L’importanza di studiare la storia

Ricercare e indagare ci conduce a scoprire ciò che non sappiamo e a non dimenticare ciò che conosciamo

Perché la storia è importante? La parola storia contiene già nel suo significato la risposta a questo quesito. Storia infatti contiene in sé i significati di ricerca, indagine e conoscenza. Quindi ricercare, indagare e conoscere ci conduce a scoprire ciò che non sappiamo e a non dimenticare ciò che conosciamo.

Secondo lo storico Alessandro Barbero la storia è utile per due motivi: per prima cosa serve a mettere in prospettiva ovvero rende consapevoli del mondo in cui viviamo, in particolare dei nostri valori e delle nostre istituzioni per capire chi siamo e da dove veniamo; poi è utile in quanto è il patrimonio di esperienze dalle quali dobbiamo trarre insegnamento.

Se sbagliando si impara, conoscendo la storia si impara mille volte. Se vivendo, si commettono errori e da questi si traggono insegnamenti, conoscendo la storia viviamo milioni di vite. Da ognuna di queste apprendiamo sia i loro errori, che il loro contributo positivo e questo ci porta ad acquisire una nuova lezione e costruire un futuro migliore.

La storia è il nostro background da cui attingere informazioni, conoscenza e esperienza, per questo è essenziale insegnare e imparare la storia con la consapevolezza della sua utilità.

Non conoscere la storia è come camminare nel buio senza una torcia o andare ad una competizione senza essere allenati.

La storia ci permette di avere i mezzi necessari per analizzare la vita che ci troviamo a dover affrontare, per rinascere dagli errori passati come una fenice.

Citando Malcom X «la storia è memoria di un popolo, e senza una memoria l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore». Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro.

Interessante è l’opinione dello scrittore Umberto Eco sulla storia. Ad un’alunna di una scuola media che ha affermato: «La storia non serve a niente e non credo che serva a non commettere gli errori del passato, perché non mi metterò mai a fare una guerra di conquista!», Umberto Eco ha risposto che la storia serve per capire come era organizzato il mondo e come erano strutturate le società dei nostri antenati. Secondo Eco è grazie alle persone del passato che oggi esiste la scuola e il diritto all’istruzione, condizioni necessarie per creare una classe dirigente «colta, preparata e con un forte senso dello Stato».

La storia serve a comprendere il presente, a capire chi siamo e a progettare il futuro. Ma soprattutto occorre studiare la storia sia quella delle azioni giuste, sia quella delle azioni sbagliate perché ci permette di capire i meccanismi causa-effetto che determinano lo scorrere degli eventi ha un insegnamento fondamentale.

 

La classe 3^ B ha organizzato un’intervista da proporre agli alunni delle altre classi della scuola Secondaria di primo grado di Terricciola. Abbiamo deciso di intervistare due alunni per classe per un totale di 12 studenti. I quesiti proposti sono stati i seguenti.

Credi che la storia sia importante? Se sì, perché? Se no, perché? La maggior parte ha risposto che la storia è importante, solo il 16% degli intervistati ha sentenziato che la storia non è rilevante e ha motivato la sua opinione affermando che non è una materia che apprezza studiare e non la ritiene fondamentale.

Il campionario che ha risposto positivamente ha argomentato affermando che la storia è fondamentale perché serve per sapere il passato e capire il presente così da non ripetere gli errori commessi in precedenza, ci aiuta a comportarci bene e a non ripetere le guerre. Da questa intervista abbiamo dedotto che i nostri coetanei considerano lo studio della storia una disciplina importante da apprendere, perché è utile per il futuro dato che ci insegna a ragionare e ci accompagna verso la curiosità.

 

Interessante è l’opinione dello scrittore Umberto Eco sulla storia. Con queste parole il grande scrittore ci fa capire meglio l’importanza della storia, di studiarla, conoscerla e capirla. Afferma Eco: «La storia non serve a sapere dove si va, se qualcuno ti dice di saperlo è un bugiardo e un mascalzone, ma da dove vieni». Vale per lo studio della storia ciò che Seneca scrisse a Lucilio sullo studio della filosofia: «Chi va verso il sole, si abbronzerà, benché non vi sia andato con questa intenzione, e chi si ferma troppo a lungo in una profumeria, porta con sé l’odore del luogo. Così anche chi è stato presso un filosofo, necessariamente ha ricavato qualche utilità, anche se lo ha ascoltato con indifferenza. Attento a quel che dico: con indifferenza, non con animo ostile». (Lettera 107, 4).

La domanda allora è un’altra afferma lo scrittore: Ma proprio tutti vogliono sapere da dove vengono?». Umberto Eco è nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932; è stato un saggista, scrittore, professore, semiologo, traduttore, filosofo. Ha scritto molti libri, uno dei più famosi è «Il nome della rosa», pubblicato nel 1980, che è stato vincitore del Premio Strega nel 1981. E’ morto il 19 febbraio 2016.

Alla pagina hanno lavorato le alunne e gli alunni della 3^ B della Secondaria «Da Morrona» di Terricciola: Tommaso Bacci, Andrea Balducci, Livia Banducci, Gianni Bichisecchi, Nicolò Cantini, Emerson Doveri, Giammarco Fioravanti, Eva Malizzi, Maria Masini, Bianca Mostardi, Adele Pucci, Matilde Pucci, Leonardo Pugliesi, Michele Ragoni, Letizia Rizzato, Gianluca Salvadori, Francesco Santarlasci, Marco Scuderi, Mirco Scuderi.

Docenti tutor Valentina Filidei, Alessandra Maffei e Cinzia Orlandini.

Dirigente scolastica Marzia Canali.

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