ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC Cocchi di Licciana Nardi (MS) - 3A

Tragica storia di una amicizia impossibile

Una lettera ricostruisce la vicenda dei soldati inglesi uccisi al passo della Cisa. «Se non fossi mio nemico, ti chiederei di essere mio amico»

I ragazzi della scuola media ’Igino Cocchi’ di Licciana Nardi si sono chiesti come si racconta una guerra. E allora si sono documentati, hanno fatto ricerche e alla fine hanno parlato con il maggiore inglese Gordon Lett, trovato la lettera di un soldato tedesco, Victor Schmit, che ha permesso di ricostruire la tragica fine di due soldati inglesi, Patrick Dudgeon e Bernard Brunt, uccisi al valico della Cisa. La loro scelta è quella di pubblicare la lettera del Schimit, indirizzata al padre di Dudgeon, datata Lussemburgo, 11 maggio 1945. Una straordinaria testimonianza.

«Caro Signore, con questa lettera adempio la mia parola data all’ufficiale inglese più coraggioso che io abbia mai conosciuto.

Questo ufficiale è vostro figlio, il capitano Dudgeon, caduto per il suo Paese in Italia il 3 ottobre 1943. A quel tempo io ero un comandante di plotone della 65ª Divisione della frontiera tedesca. Circa all’una di notte sono stato svegliato dai miei uomini che mi dissero di aver catturato due soldati inglesi: i loro vestiti erano imbrattati di sangue e trasportavano circa 40 kg di esplosivo. L’ufficiale della mia Divisione mi disse che mezz’ora prima un sergente tedesco e un soldato, che guidavano verso La Spezia, erano stati uccisi e la macchina era stata loro rubata. I due soldati (inglesi) dovevano essere trattati come partigiani ed essere uccisi. Il comandante del mio battaglione ha cercato di ottenere da vostro figlio qualsiasi informazione; io ho svolto la funzione di interprete. Vostro figlio mi ha chiesto di tradurre la seguente frase: ’Se tu fossi mio prigioniero, tradiresti il tuo Paese e parleresti della tua missione?’. Il mio capitano ha detto che vostro figlio sarebbe stato fucilato, secondo la legge del Führer in vigore. ’Va bene, morirò per il mio Paese’, ha detto. Mi sono seduto vicino a lui, sulla paglia, e abbiamo parlato tutta la notte. Il suo comportamento mi ha impressionato a tal punto che, rimasti soli, non ho potuto far a meno di dirgli: ’Il tuo Paese può essere orgoglioso di te. Se tu non fossi mio nemico, ti chiederei di essere mio amico’. Mi ha chiesto di rimanere con lui fino alla fine; mi ha dato poi il vostro indirizzo, chiedendomi di informarvi. Gli ho dato la mia parola e gli ho detto che avrei rispettato la sua volontà. Si è inginocchiato per qualche minuto in preghiera con le mani di fronte al volto. Poi si è alzato ed è morto come un eroe, con gli occhi aperti e le mani libere. Ho dovuto aspettare e tenere nascosto l’accaduto fino a questo momento. La tomba del capitano Dudgeon si trova a 200 metri in direzione sud ovest rispetto alla chiesa del Passo della Cisa, andando in direzione La Spezia, 100 metri dietro gli ultimi edifici. Distinti saluti. Victor Schmit».

 

Nella provincia di Massa Carrara, ribattezzata Apuania durante il fascismo, dopo l’8 settembre 1943, la guerra mostrò il suo volto più duro. Nelle retrovie della Linea Gotica, pensata dal feldmaresciallo tedesco Kesserling, si consumarono stragi e rappresaglie. La popolazione affrontò venti lunghi mesi di terrore.

C’era la guerra tra Alleati e nazifascisti e all’interno ce n’era un’altra, civile, tra italiani ’resi-stenti’ e fascisti. Nella notte tra il 7 e l’8 settembre, sei giovani soldati inglesi partirono in volo dalla Tunisia: facevano parte dell’«Operazione Speedwell».

Paracadutati nei boschi tra Barbarasco e Fornoli, in Lunigiana, cominciarono ad esplorare il luogo, ignorando la legge marziale e il coprifuoco, che rendeva pericolosi gli spostamenti notturni. Portati a termine alcuni sabotaggi alla ferrovia, Patrick Dudgeon e Bernard Brunt raggiunsero Pontremoli a piedi.

Presso la Santissima Annunziata, uccisero in un’imboscata due tedeschi. Alla morte dei soldati della Wehrmacht, gli occupanti reagirono con brutalità.

Il Commissario prefettizio e undici uomini furono arrestati, trasportati a Ponzano e processati, ma giunse la notizia della cattura dei due inglesi: i veri responsabili. I pontremolesi, accusati di aver aiutato i fuggiaschi, pagarono una multa di 30mila lire.

I due soldati inglesi pagarono con la vita.

 

Brian Lett, in collegamento online con la nostra classe, ci ha raccontato le storie di coraggio e di amicizia nate durante la guerra sui nostri monti: un’occasione per riflettere sui conflitti di ieri e di oggi. Il materiale e le informazioni utilizzati per la nostra ricerca ci sono stati da lui gentilmente concessi. Brian Gordon Lett, esperto Queeen’s Counsel (avvocato della Corona) e Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana, è figlio del generale Gordon Lett che, nel 1943, fondò il Battaglione Internazionale, contribuendo alla lotta partigiana contro i nazifascisti e insieme all’allora vescovo di Pontremoli, Giovanni Sismondo, riuscì ad evitare il bombardamento della città. A lui è dedicata la sala consiliare del comune di Pontremoli. Dopo la guerra, il reggimento Sas ha raccolto notizie e testimonianze e grazie alla lettera del soldato tedesco Victor Schmit, qui pubblicata, è stato possibile ritrovare i corpi dei giovani soldati inglesi uccisi al valico della Cisa.

Ecco tutti i nomi dei giovani cronisti della scuola secondaria di primo grado ’Igino Cocchi’ di Licciana Nardi.

Classe III A: Aldo Kevin Arzà, Gabriele Baldi, Eleonora Carlini, Maya Carnesecca, Sebastian Florin Cristea, Simona De Cola, Davide Dorangricchia, Ikrame El Qannoufi, Valentina Ficarelli, Sebastiano Grigolini, Aurora Marku, Tommaso Renzo Mazzoni, Matteo Valentino Novelli e Mattia Pelliccia.

I ragazzi sono stati seguiti dalla dirigente scolastico, professoressa Ilaria Zolesi, dalla docente-tutor Rosalia Deluchi e dalla docente collaboratrice Cristina Giannetti.

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