ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado L. Da Vinci di Cecina (LI) - 1M

Quanto costa al Mondo un piatto di pasta

Quando mangiare con consapevolezza può fare la differenza cercando pastifici con marchi biologici

La pasta è uno dei piatti più amati dagli Italiani, si trova sulle nostre tavole tutti i giorni, ma sapete quale impatto ambientale si nasconde dietro a questo semplice alimento? Per misurare le risorse utilizzate dobbiamo tener conto di quattro fattori principali: l’impronta idrica, l’impronta ecologica, l’impronta di carbonio e l’impronta etica. Ma che cosa indicano queste impronte? L’impronta idrica misura la quantità di acqua che viene utilizzata per produrre un bene o un servizio e si misura in litri o m3. L’impronta ecologica misura invece quanto terreno vado a sfruttare per ottenere un prodotto e viene misurata in ha. L’impronta di carbonio ha la funzione di monitorare l’emissione di CO2 legata alla trasformazione di ogni bene o di ogni servizio. L’impronta etica misura il rispetto dei diritti umani in relazione al prodotto. Dietro a un semplice piatto di pasta si nascondono quindi tutti questi fattori che vanno a formare poi il ciclo di vita di un alimento ovvero il life cycle assessment (LCA) Ad esempio se prendiamo in considerazione l’impronta idrica di 100 grammi di pasta al pomodoro, ci accorgiamo che servono circa 220 litri di acqua.

Certo non si prenderà in considerazione solo l’acqua utilizzata per cuocere la pasta o per lavare le stoviglie, ma tutta quella necessaria per portarla in tavola. Serve tanta acqua per coltivare il grano e i pomodori. Acqua per la fase di trasporto, trasformazione e vendita. Se confrontiamo la piramide alimentare con la piramide dell’acqua ci rendiamo conto per fortuna che una sana alimentazione corrisponde ad una sana sostenibilità. Gli alimenti che consumano più acqua sono quelli che dovrebbero comparire poco nella nostra dieta. La pasta ad esempio si trova a metà della piramide capovolta. Mentre assaporiamo questo primo piatto non dobbiamo dimenticare anche l’impronta ecologica e l’impronta di carbonio che vanno a monitorare rispettivamente il suolo utilizzato con l’eventuale disboscamento e l’emissione di CO2 che viene prodotta tramite il trasporto. Infine l’impronta etica: in che modo le aziende hanno prodotto questi alimenti. Hanno rispettato ad esempio i diritti dei lavoratori? Insomma anche mentre mangiamo un semplice piatto di pasta al pomodoro possiamo salvare il mondo. Basta comprare il pomodoro fresco e di stagione utilizzando un sacchetto di carta, oppure un barattolo di pomodori prodotto da un’azienda locale. Per la pasta possiamo pensare di farla in casa con farine prodotte da fattorie biologiche. E allora? Non ci rimane altro che augurarvi un buon consapevole appetito!

 

Anche tu vai a fare la spesa? Sì, proprio tu che stai leggendo questo articolo. Lo sai che nel carrello degli italiani sono sempre più numerosi i prodotti che hanno qualche riferimento all’ambiente e alla sostenibilità? E tu, che cosa guardi? Sai leggere le etichette che che ci raccontano la storia di quel prodotto? Quando si compra un prodotto bisogna stare sempre attenti perché ci sono dei simboli che ci dicono tante cose. Una foglia stellata su campo verde, ad esempio, ci dice che in quel prodotto vi è assenza di elementi esterni a quelli che la natura mette a disposizione ( o comunque superiore al 95 %). Altri simboli sono un marchio verde e azzurro o un cerchio formato da tante sagome di persone con scritto Fairtrade. In questo caso parliamo di etichetta etica grazie alla quale sappiamo che quel prodotto rispetta i diritti umani come la sicurezza sul lavoro, un giusto salario e il non utilizzo del lavoro minorile. Sui detergenti o i prodotti per il corpo, possiamo trovare un simbolo simile ad una margherita conla scritta Ecolabel. Questa etichetta ci indica che il ciclo di vita del prodotto rispetta l’ambiente utilizzando energia rinnovabile. Allora, hai capito che cosa devi fare quando vai a fare la spesa? In questo modo renderai il mondo migliore.

 

Da un recente studio è emerso che l’Italia è il primo paese in Europa per spreco alimentare. Come possiamo fare per migliorare questa situazione? Con la spesa sostenibile! Quando andiamo a fare la spesa dobbiamo pensare prima di comprare! Basta seguire semplici regole: acquista frutta e verdura di stagione, preferibilmente a km 0, cosìda evitare l’inquinamento dovuto al trasporto di prodotti; comprare prodotti locali inoltre aiuta il territorio in cui vivi. Leggi attentamente le etichette per capire la provenienza dei prodotti, in questo modo vediamo se hanno certificazioni di sostenibilità.

Limita l’acquisto di carne, gli allevamenti provocano inquinamento atmosferico. Acquista prodotti sfusi, la plastica contenuta nel packaging per decomporsi impiega più di 500 anni.

Arrivati a casa cerca di ridurre lo spreco alimentare. Come? Pianifica i tuoi pasti; conserva correttamente il cibo; non confondere tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”; utilizza ciò che hai; evita porzioni troppo abbondanti; riconosci le muffe sugli alimenti; condividi gli avanzi; riutilizza gli scarti alimentari se possibile. Insomma basta poco, non credi?

Adinolfi Matilde, Beltrami Giulia, Bettini Alice, Cipolli Angelica, Cocco Nefer, Corbinelli Matilde, Daumiller Chloe, Demi Vittoria, Ejupi Lorena, Fara Rebecca, Ferrisi Marta, Galante Laerte, Giusti Zeno, Ingoglia Irma, Luppichini Adele, Martellacci Anna, Mirabella Chiara, Nayyeri Pietro Malek, Niccolai Federico, Renzulli Romina, Riccomini Sara, Salvadori Viola, Talbi Safaa, Valeri Manuel.

Docente: Rita Iacoviello Dirigente Cecilia Cariello

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