ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Altiero Spinelli di Scandicci (FI) - 2A

Pronti a rivoluzionare la spesa?

Un’alimentazione sostenibile è fondamentale per ridurre lo spreco e l’inquinamento

Abbiamo parlato in classe di alimentazione e spesa sostenibile e ci siamo chiesti quale fosse, nel concreto, il significato di questi termini. Potremmo dire che un’alimentazione è sostenibile quando è “sopportabile” da tutti. Non inquina, rispetta la salute del consumatore, degli animali allevati, dei lavoratori ed è un’alimentazione accessibile a tutti, anche economicamente. Ma quando facciamo la spesa come possiamo capire se ciò che compriamo ha un ridotto impatto ambientale? Quando acquistiamo un prodotto alimentare chiediamoci se: 1) è a “km 0”, cioè viene da zone vicine, così da ridurre i trasporti e le emissioni di anidride carbonica, 2) proviene da agricoltura biologica o con ridotto uso di fertilizzanti e pesticidi, 3) non proviene da allevamenti intensivi che prevedono la custodia, la crescita e la riproduzione degli animali in spazi ristretti e confinati, 4) l’imballaggio è fatto di materiale riciclabile, così da produrre meno rifiuti, 5) è stato prodotto nel rispetto dei diritti dei lavoratori, che quindi guadagnano in modo adeguato e lavorano in un ambiente sicuro per la salute. Anche investire in un’agricoltura sostenibile è importante. Abbiamo invitato a scuola Riccardo Bocci, agronomo e fondatore dell’associazione “Reti Semi Rurali” di Scandicci che promuove il contatto, il dialogo e la condivisione di informazioni sull’agrobiodiversità tra varie organizzazioni in Italia. Ci ha detto che la maggior parte delle calorie che ingeriamo attraverso l’alimentazione provengono da pochissime specie di piante; queste sono state selezionate perché più produttive ma così facendo è stata ridotta la biodiversità. Ci ha spiegato che la modernizzazione dei sistemi agricoli ha causato la perdita di quasi l’80% della diversità delle piante. Ad esempio nel caso del riso circa il 65% della superficie è coltivata con solo 4 varietà. La riduzione dell’agrobiodiversità determina vari fenomeni, ad esempio: 1) il paesaggio agrario diventa uniforme e diminuisce la biodiversità delle specie selvatiche (come gli insetti impollinatori), 2) aumenta l’inquinamento ambientale e lo squilibrio degli ecosistemi, 3) diminuisce la conoscenza sulle varietà locali da parte degli agricoltori. Scrivere questo articolo ci ha permesso di approfondire il contenutodell’obiettivo2dell’Agenda 2030, che è stato al centro del biennio interculturale del nostro istituto 2021-23 “Noi, cibo, terra, sfida etica globale” con conferenze ed eventi a cura di molti esperti esterni (www.spinelliscandicci.it).

Grazie ad una ricerca del 2023 condotta da Waste Watcher, l’osservatorio sullo spreco alimentare domestico, sappiamo che in Italia ogni persona getta in media circa 75 grammi di cibo al giorno, 524 grammi a settimana, quindi 27 kg all’anno. Nel nostro piccolo, come possiamo evitare sprechi alimentari? Ancora una volta la tecnologia ci può aiutare. Ecco alcuni consigli: 1) Occhio alla lista della spesa: prendi solo quello che ti serve davvero e non comprare in maniera compulsiva. Con l’app Bring puoi creare e condividere la tua lista della spesa con le persone di famiglia, in modo da sapere quali prodotti mancano e quali devono essere comprati. 2) Impara a conservare meglio il cibo che acquisti, per esempio con Ubo l’app che ti dice dove e per quanto tempo conservare i prodotti alimentari che hai acquistato e ti propone alcune ricette anti spreco. 3) Prenota una magic box con Too Good To Go, l’app che permette a bar e pasticcerie di vendere a prezzi ridotti il cibo ancora buono, ma avanzato, ed evitare che venga buttato all’orario di chiusura del negozio. Dovremmo cercare di non sprecare ciò che abbiamo ma piuttosto condividerlo. (“L’uomo si vanta di saper dividere l’atomo ma non ha ancora imparato a dividere il pane” Nasir Karim).

Riccardo Bocci, fondatore e direttore tecnico dell’associazione “Rete Semi Rurali”, è stato intervistato dalla nostra classe. Com’è nata l’idea di creare questa associazione? «Fino a pochi decenni fa si parlava poco di agrobiodiversità. Oggi invece sappiamo che è fondamentale sia per gli agricoltori, perché rende le piante più resi-stenti alle malattie e ai cambiamenti climatici, sia per i consumatori che mangiando varietà diverse non rischiano di sviluppare intolleranze e problemi digestivi». Ci spiega meglio che cos’è l’agrobiodiversità? «È l’insieme di tutte le varietà vegetali coltivate, le razze animali allevate, le specie di insetti (api, baco da seta ecc.) e microrganismi (lieviti, batteri, funghi in simbiosi con le radici delle piante) utili per l’agricoltura e per gli ecosistemi agricoli». Che cosa fa Rete Semi Rurali? «Rete Semi Rurali è un’associazione nazionale senza fini di lucro che sostiene la conservazione della biodiversità agricola, applicando queste strategie sui propri campi e aiutando gli agricoltori con progetti, come gli Orti della diversità di Scandicci: 35 orti urbani assegnati a ortisti principianti».

I giovani cronisti della II A: Folco Ballini, Otto Bartalucci, Tommaso Becagli, Albion Ceni, Ilary Ciolli, Diego De Cristofaro, Federica De Dato, Irene Del Re, Giorgio Fattori, Gaia Fratini, Nohine Gueye, Hajar Hallabou, Lorenzo Illiano, Ginevra Lo Bello, Andrea Lombardi, Ianis Eduard Padure, Giacomo Pagani, Luca Pandolfo, Federico Pisano, Riccardo Porta, Maria Rotondo, Emma Vestri, Viola Volpi, Eleonora Zotti.

Docenti tutor: Antonella Bardi, Monica Mengoni, Roberta Salvini.

Dirigente scolastico: Leandra Negro.

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