ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Murlo di Murlo (SI)

Sostenibilità e innovazione in classe

La scuola che vorremmo, con un occhio al futuro e uno al passato: ecco i nostri desideri

La scuola del futuro vede come protagonista la tecnologia, ma quando l’abbiamo sperimentata nel periodo del Covid, il malcontento non è mancato. Già nel 1954 Isaac Asimov, il famoso scrittore di fantascienza, aveva presentato la sua idea di come sarebbe diventata la scuola del futuro; erano previsti insegnanti-robot personalizzati e ogni ragazzo svolgeva le lezioni nella propria camera, come è successo a noi durante la DAD. La differenza è che noi sapevamo che sarebbe stata una situazione temporanea e ci risulta difficile immaginare di apprendere senza la possibilità di stare insieme e collaborare. Infatti la nostra scuola permette di confrontarsi sullo studio, favorendo socializzazione e aiuto reciproco.

Anche noi ci siamo immaginati come potrebbe cambiare nel futuro la nostra scuola.

L’edificio dovrebbe essere più grande e avere ampie vetrate per sentirsi immersi nel verde; dato che intorno alla nostra scuola ce n’è tanto, vorremmo avere anche “un’aula” del tutto all’aperto dove poter fare lezione nelle belle giornate, magari simile ad un anfiteatro, da abbellire con delle piante.

Ogni materia potrebbe avere uno spazio dedicato: ad esempio l’aula di scienze dotata di attrezzature specifiche, quella di musica insonorizzata, o quella di geografia munita di carte interattive… Ci piacerebbe avere un’area relax dove leggere, ascoltare musica, poter stare insieme e condividere idee.

Anche gli arredi andrebbero svecchiati: già disponiamo di sedie ergonomiche e tavoli modulari per poter svolgere attività collaborative, ma non ci sono per tutti. Gli attuali schermi interattivi potrebbero essere sostituiti da dispositivi integrati con gli ambienti virtuali del metaverso. I libri potrebbero essere utilizzati nella versione digitale mediante tablet, in modo tale da alleggerire gli zaini, come avviene già in alcuni istituti.

Per noi una scuola futuristica significa una scuola che pensa anche all’ambiente, in un’ottica di sviluppo sostenibile, ma anche per garantire il comfort.

Nella nostra piccola realtà vorremmo che il cibo servito a mensa venisse cucinato sul posto utilizzando prodotti a km 0, una scuola dotata di serre dove poter coltivare la frutta e la verdura di stagione da mangiare a mensa. Sarebbe bello che durante la ricreazione tra i banchi passassero robottini con cibi biologici.

Nonostante il modello di scuola che ci immaginiamo sia innovativo, crediamo che le occasioni di confronto che si realizzano nella nostra comunità scolastica vadano preservate.

 

Il territorio è continuamente stravolto dalla tecnologia che può presentarsi sotto forma di un’eccessiva urbanizzazione fatta di palazzi, centri commerciali, impianti fotovoltaici al posto di terreni agricoli… È anche vero che le tecniche di costruzione si rinnovano e si adeguano in maniera sostenibile. A Milano è stato riqualificato il polo di Rho con la costruzione della CityLife, pensata all’insegna della sostenibilità e del benessere.

Il progresso permette di migliorare le vie di comunicazione spesso a danno dell’ambiente. In Val di Susa gli abitanti si mostrano contrari alla linea ferroviaria Torino-Lione, considerata uno spreco di denaro pubblico e dannosa per il territorio.

Durante il Covid la tecnologia ha permesso di studiare e lavorare da casa riducendo l’inquinamento.

La rete offre indubbie comodità: l’e-commerce spinge le persone a comprare online qualsiasi tipo di oggetto stando sedute sul divano. Purtroppo ne deriva la chiusura di alcuni negozi, soprattutto nei piccoli paesi, a danno di chi non riesce a fare acquisti sul web.

Nonostante ciò è indubbio che la tecnologia porta benefici ai ragazzi che di una comunità rappresentano la parte più pronta a recepire innovazioni.

 

Abbiamo chiesto a ragazzi tra i 10 e i 15 anni cosa cambierebbero nel nostro paese. Dicono: «Il paese va bene così com’è, ma… si potrebbe migliorare!».

L’esigenza più sentita è quella di avere più punti di ritrovo in cui divertirsi o studiare insieme.

Questo bisogno è stato riscontrato anche per i meno giovani dato che gran parte della popolazione è costituita da over 65.

Ci vorrebbero anche impianti sportivi per permettere di praticare altri sport oltre al calcio e alla pallavolo. Nel paese ci sono strutture che non vengono adeguatamente sfruttate, ma potrebbero essere utilizzate, oltre che per l’attività fisica, per proiettare dei film o per ospitare spettacoli teatrali. E perché no… uno skatepark, piste ciclabili e postazioni per il noleggio di bici e monopattini elettrici.

Andrebbe potenziato il servizio dei trasporti pubblici, per risparmiare e ridurre le emissioni inquinanti.

La raccolta differenziata non viene molto rispettata: spesso la spazzatura è lasciata fuori dai cassonetti. La proposta è quella di organizzare più giornate per ripulire il paese e sensibilizzare la popolazione.

 

Classe I: Daniel Francesco Alletto, Riccardo Amore, Edoardo Maria Bartalini, Pietro Bazzotti, Matteo Bechi, Rialda Bislimi, Assia Boumarouan, Margherita Capotorti, Clara Doka, Allegra Falorni, Ginevra Gabbiai, Sofia Ligas, Diego Marinelli, Alessandro Meiarini, Milagros Meoni Sarroca, Muljaim Reka, Ilaria Romualdi, Frida Giuditta Scopesi, Alessio Soldati, Edoardo Zannerini Martini. II: Tabita Bechi, Tommaso Benigni, Noemi Benincasa, Alessandro Boscagli, Adam Boumarouane, Ilias Boumarouane, Martina Campobasso, Siria Cioffi, Ginevra Cioni, Aldo Doka, Francesco Fantini, Zeno Focardi, Emily Malvataj, Nicolas Leone Meoni Sarroca, Sabrina Perna, Elisabetta Puoti, Flavia Rempicci, Giovanni Santoro, Niccolò Silvestri, Sophie Nymeria Trafieri Simeoni, Giuseppe Zuncheddu. III: Vincenzo Barecchia, Gaia Burrone, Elia Burroni, Gianna Cappelli, Pietro De Nardis, Alexandra Fabio, Maelle Fasulo, Claudio Fiengo, Viola Gonnelli, Ryan Grubisic, Almira Kusi, Vittoria Magnani, Jacopo Marinelli, Bilal Musli, Anna Perna, Seid Popa, Jennifer Sako, Marco Soldati Tutor: Monica Folchi, Giada Marchese, Alfonso Riva Ds: Maria Donata Tardio

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