ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Marsiliana di Manciano (GR) - Classi 1° - 2° - 3°

Pronti per la Corsa contro la fame

Gli alunni hanno deciso di partecipare all’iniziativa per combattere la malnutrizione in Camerun

Il giorno 21 febbraio la nostra scuola ha ospitato l’esperto del progetto Corsa contro la fame, promossa da Azione contro la fame, organizzazione umanitaria internazionale. Per sensibilizzare noi studenti su un problema così importante, ci è stata illustrata la situazione del Camerun. In un video venivano mostrate le difficili condizioni di vita di una bimba, di circa 10 anni, in un villaggio: le piantagioni, a causa della siccità, non producono il necessario per sfamare le famiglie; poi, per andare a prendere l’acqua, bisogna faticare: i pozzi sono distanti dai villaggi e il più delle volte sono i bambini a dover andare a raccoglierla. L’esperto, inoltre, ci ha fatto notare l’enorme differenza tra Paesi ricchi e poveri riguardo alla disponibilità di acqua: ad esempio in Italia ogni famiglia ha a disposizione circa 100 litri di acqua al giorno contro i 10 del Camerun. In questo Paese anche andare a scuola è problematico: molti bambini sono costretti ad aiutare i genitori e vengono così privati del diritto all’istruzione. Un altro problema riguarda le contese che spesso sorgono tra contadini e allevatori: il raccolto, scarso per la siccità, basta a stento per sopravvivere e perciò non viene dato al bestiame, di conseguenza gli animali sono sempre più magri e c’è sempre meno carne e cibo. Il problema più grande è la malnutrizione della popolazione. L’esperto ci ha mostrato il braccialetto che viene utilizzato per verificare lo stato di salute dei bambini in Camerun. Le tre bande colorate (rossa (grave), gialla (soglia di attenzione), verde (assente)) indicano il livello di malnutrizione: in questo modo anche i genitori analfabeti possono capire la gravità o meno della salute dei propri figli, che avranno la possibilità di accedere ad un centro nutrizionale specialistico per la cura e la prevenzione. Una delle cure più utilizzate è Plumpy Nut, un piccolo sacchettino monouso con sostanze nutritive. Uno dei suoi pregi è di essere pronto all’uso e di non aver bisogno di acqua per la preparazione. Cosa possiamo fare noi per aiutare chi è in così gravi difficoltà? Ad esempio organizzare la Corsa contro la fame. Innanzitutto dobbiamo sensibilizzare sul tema le persone a noi più vicine, genitori, amici. Le persone sensibilizzate potranno decidere di diventare sponsor di noi studenti e di fare una promessa di donazione, per ogni giro di corsa che noi studenti faremo nell’evento conclusivo del progetto. In un giorno di maggio ancora da decidere noi studenti metteremo in pratica la corsa contro la fame: più giri faremo, più soldi raccoglieremo, più bambini salveremo.

Bastano 28 euro per sfamare un bambino. Il Coni, Comitato Olimpico Nazionale Italiano, è un ente pubblico che si occupa dell’organizzazione e del potenziamento dell’attività sportiva. Lo sport ha, senza dubbio, un ruolo importante nella società, perché permette di socializzare, conoscere i propri interessi e talenti, accettare le sconfitte, apprezzare le vittorie, imparare il rispetto degli altri e delle regole. Oltre a ciò, praticando uno sport, si può riuscire a mantenere un fisico sano e a condurre uno stile di vita migliore. Degno di nota è, poi, il suo ruolo sociale, soprattutto nelle zone più disagiate, dove le possibilità di aggregazione sono poche. In certi casi l’attività fisica può distogliere i giovani dal prendere cattive strade per mancanza di stimoli ed interessi. A questo proposito, una delle iniziative promosse dal Coni è «Vincere da grandi». Si tratta di un progetto sportivo, educativo e sociale che diffonde la cultura della legalità in aree ad alto rischio di criminalità ed emarginazione. L’iniziativa è rivolta a bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni che vivono in contesti difficili. Lo sport ha il potere di cambiare il mondo ed è più efficace di ogni forma di governo nell’abbattere le barriere razziali. Per spreco alimentare si intende l’insieme dei prodotti che, per ragioni economiche o estetiche, seppure ancora commestibili e quindi ancora adatti al consumo umano, sono destinati ad essere eliminati o smaltiti. Recenti studi hanno evidenziato che ogni anno, nel mondo, un terzo di tutto il cibo prodotto si spreca; ciò è dovuto sia ai difetti nella produzione e conservazione del cibo nell’agricoltura e nell’industria, sia al comportamento sbagliato delle persone: spesso compriamo troppo cibo e lo facciamo scadere, ne prepariamo troppo e ne buttiamo via una parte. Si calcola che in Italia lo spreco di cibo ammonta a circa 3,5 kg a testa per settimana, valore che, moltiplicato per il numero di abitanti e per le settimane di un anno, diventa impressionante: oltre 1000 miliardi di euro. Cosa possiamo fare? Per prima cosa un’educazione alimentare di base, per nutrirci in modo sano e equilibrato. Poi pianificare la spesa, fare attenzione alle quantità servendo porzioni contenute, perché si può sempre fare il bis, conservare bene il cibo e controllare la scadenza dei prodotti a lunga conservazione. L’obiettivo è un comportamento sostenibile, senza conseguenze negative sulle risorse della Terra. La pagina è stata realizzata dagli alunni della 1^ media: Abdulai Isak, Babbanini Pietro, Ballerano Michele, Bargelli Alessio, Barlettani Leonardo, Calussi Nicholas, Canzonetti Francesco, Ciavattini Bianca Maria, Cinelli Giulia, De Michelis Emma, Fabiani Melissa, Guerrini Giacomo, Innamorati Giorgia, Morelli Caterina, Yershov Vladimir. 2^ media: Albiati Miriam, Bellagamba Valeria, Caroti Anita, CerretaniAgnese, Chienna Edoardo, Cosimo Alessio, Gabrielli Amerigo, Minuti Pietro, Orlando Francesco, Vestri Sofia, Taviani Gaia.

3^ media: Abdulai Olena, Cerretani Jessica, Fusi Angelica, Fusi Pietro, Marmotta Giorgia, Moscatelli Manuel. Insegnanti referenti: Chiara Baracchi, Elisa Celata, Marcella Ferrini, Maria Teresa Mambrini, Stefania Simonini. Dirigente scolastico: dottoressa Pinuccia Selis. LA REDAZIONE

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