Alla scoperta della villa Ambra
Dalle origini ai giorni nostri, lo sviluppo della tenuta dei Medici fra appartamenti e giardino d’inverno
Il territorio dei Comuni medicei è ricco di storia e di bellezze che testimoniano la presenza di un patrimonio artistico e culturale importante. Ed è per questo che abbiamo deciso di visitare la villa medicea di Poggio a Caiano e di portarvi con noi per accrescere l’interesse dei più giovani.
La costruzione della villa medicea iniziò nel 1470 ad opera dell’architetto Giuliano da Sangallo e proseguì anche dopo la morte di Lorenzo il Magnifico che l’aveva commissionata.
Dopo i Medici andò in possesso degli Asburgo d’Austria poi alla sorella di Napoleone e infine a Vittorio Emanuele II.
La villa venne pensata per la caccia e lo svago, infatti al suo interno c’è un piccolo teatro, costruito nel Seicento, che veniva utilizzato quando non ci si poteva dedicare alla caccia. Altro svago era il biliardo oppure un gioco con le trottole. La guida che ci ha accompagnati in villa ci ha fatto scoprire la bellezza dei mobili particolari che ci sono al suo interno, come quello proveniente dalla penisola arabica in cui è custodito un teatrino in miniatura fatto con legni esotici, mentre al primo piano c’è una stanza con dei mobili ripiegabili, ovvero una stanza da campo, utilizzata in caso di guerra.
Sempre al piano di sopra per accogliere gli ospiti c’è un salone dedicato a Papa Leone X, dove si può notare un bellissimo soffitto con al centro lo stemma dei Medici ed un particolare affresco in una delle grandi pareti dedicato a Giulio Cesare in cui viene raffigurato insieme a molti animali provenienti da paesi differenti, come una giraffa che ha una storia molto triste in quanto i Medici l’avevano importata dall’Africa e la volevano tenere nella villa quindi avevano fatto costruire una stalla che però era molto bassa; loro non ne avevano mai visto una e non sapevano che fosse così alta. Passando al periodo in cui visse il re Vittorio Emanuele II con la principessa, vediamo le loro stanze e si nota una differenza: quella del re era molto meno decorata rispetto a quella della principessa che inoltre aveva un bagno dove c’era una vasca dotata di acqua fredda e calda la cui parete era decorata dalla lunetta di Achille: qui l’eroe greco è rappresentato nell’atto in cui sua madre lo immerge nelle acque del fiume Stige.
Per la servitù c’era un passaggio segreto, con una scala a chiocciola e una cucina fuori dalla villa che aveva un grande camino; essa fu costruita fuori dall’edificio per evitare che gli odori si diffondessero nel palazzo e, nel caso in cui la cucina andasse a fuoco, l’incendio rimaneva circoscritto. Il Museo della Natura Morta è una eccellenza della villa medicea. Nato nel 2007 al secondo piano in questo museo ci sono quadri raffiguranti frutti e animali disposti in composizioni studiate con un significato simbolico o allegorico. Durante il Barocco la collezione dei Medici trionfò e vennero commissionati dipinti a numerosi artisti. I Medici non solo erano dei collezionisti di quadri, ma utilizzarono le proprie opere per documentare animali e piante che non potevano vedere tutti i giorni, in altre parole, utilizzarono il loro museo come una specie di «Google». Alcune opere di Bartolomeo Bimbi rappresentano mostri di natura come la vitella con due teste e altri animali esotici; tutti erano accompagnati da una descrizione che forniva le loro caratteristiche. Altri dipinti rappresentano animali esotici. Numerosi i quadri che rappresentano gli agrumi: per i Medici le loro coltivazioni di agrumi erano importantissime. Durante i mesi invernali conservavano le piante nella Limonaia, dove ce n’era una grande quantità e se faceva troppo freddo e nevicava, accendevano una specie di stufa che la riscaldava tutta. Ai tempi era chiamata «stanzone degli agrumi», progettato dall’architetto neoclassico Pasquale Poccianti, incaricato dalla moglie del granduca Ferdinando III. Il direttore Lorenzo Sbaraglio racconta in numeri e in curiosità la villa medicea.
Quanti visitatori conta annualmente? «Dai 50 ai 60.000, compresa la festa dell’assedio, di cui circa un terzo sono stranieri e si concentrano in primavera».
Quale avvenimento si ricorda con l’assedio? «L’assedio vuole celebrare non una guerra ma la cerimonia che si tenne per far conoscere la nuova sposa del Granduca Francesco I; in quell’occasione arrivò così tanta gente da sembrare un vero e proprio assalto».
Esiste un passaggio segreto? «Il granduca Francesco I era sposato con la regina d’Austria Giovanna ma aveva un’amante, Bianca Cappello, che poi diventò la sua seconda moglie. Bianca viveva nella villa di Cerretino e si ipotizza che per raggiungerla ci fosse un passaggio segreto sotterraneo. Forse era solo un sentiero che collegava due ville e due amori sconfinati».
Progetti in vista nel 2023? «Molti, uno in particolare prevede visite di 30 minuti ognuna per mostrare aspetti particolari e capolavori noti e meno noti della villa. Si terranno concerti di musica classica e non ed ogni evento sarà annunciato sui social». La pagina è stata realizzata dagli studenti della II F della scuola media «Filippo Mazzei» di Poggio a Caiano.
Studenti-cronisti: Filippo Anaclerio, Mattia Bacchi, Andrea Bianchi, Leonardo Cantagalli, Greta Cardone, Sarah Castelluccio, Erica Chen, Andrea Costantino, Sofia Di Martino, Andrea Falerim Emanuele Forciniti, Alessia Iacobelli, Asad Mousa, Flavio Olivieri, Matteo Parrini, Kiara Salliu, Ester Santiccioli, Filippo Scaramuzzo, Gaia Tagliasacchi, Gabriele Vettorato.
Docente-tutor la professoressa Tiziana Liguori. Dirigente scolastico il professor Alessandro Lattanzi.
La guida degli studenti all’interno della villa medicea è stata curata da: Silvia, Laura, Luca e Alessandro. LA REDAZIONE