L’invasione, a tavola, degli insetti
Mangiare grilli e simili sembra diventato il trend dell’anno. Ma gli italiani sono legati alla tradizione
Mangiare insetti sembra essere il nuovo trend dell’anno.
L’Unione Europea ha recentemente approvato il commercio di insetti in polvere, ad esempio il grillo domestico. Ma cosa ne pensano i cittadini dell’introduzione di insetti nella propria alimentazione? Per quanto a molti questa notizia abbia fatto accapponare la pelle, il consumo di insetti è antico: in Asia, Africa e Sud America è normale mangiare locuste o larve. In natura esistono 2000 specie di insetti commestibili e vengono consumate da ben 2 miliardi di persone. Recentemente l’ONU ha pubblicato un report con le stime riguardanti il consumo di acqua e di carne da allevamento, dal quale emerge che per produrre un chilo di carne di vitello vengono emessi 150 kg di anidride carbonica. La Fao dice che gli allevamenti tradizionali producono rilevanti emissioni di gas serra. Secondo gli esperti, questa rivoluzione alimentare, oltre a ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti tradizionali, potrebbe contribuire a combattere la fame nel mondo. Ad esempio, cento grammi di termiti africane contengono 610 calorie. Gli insetti hanno un grande indice di conversione alimentare, si possono allevare tutto l’anno e si moltiplicano molto velocemente. Diverse testimonianze, inoltre, confermano l’ottimo sapore dei cibi a base di insetti, che, naturalmente, vengono allevati per l’alimentazione umana nel rispetto di tutte le norme igieniche del caso. Il consumo di insetti, però, presenta anche aspetti che non convincono del tutto. Intanto, attualmente un pacco di pasta prodotto con grilli costa circa 7 volte un pacco di pasta normale. Poi c’è la questione della tutela della tradizione alimentare occidentale.
La cucina italiana, in particolare, è unica al mondo: ingredienti noti ovunque, piatti invidiati da tutti, per non parlare della dieta mediterranea, una delle più sane e nutrienti del pianeta.
Inoltre, molte persone non vorranno cambiare le loro abitudini alimentari: basti pensare che in Italia circa il 7% della popolazione è vegetariana. Gli esperti dicono che per incentivare il consumo degli insetti è necessario farli sembrare appetibili. Gli insetti commestibili ridotti in farina risultano maggiormente accettati. Secondo l’Università di Milano, anche se non ce ne rendiamo conto, già i prodotti alimentari che utilizziamo da sempre contengono tracce di insetti, che contaminano le materie prime, e specialmente le farine, durante il processo di lavorazione o il trasporto. Nonostante ciò, gli italiani si dimostrano restii ad abbandonare la propria cultura alimentare. I giovani sono più propensi a cambiare la propria dieta, mentre la popolazione di età superiore a 60 anni appare più attaccata alla tradizione italiana.