ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Jenco di Viareggio (LU) - Redazione

La siccità che inaridisce l’umanità

Si svuota il lago salato: la desertificazione galoppa imbizzarrita e arriva correndo sulle coste del Mar Morto

VIAREGGIO Il Yam ha-Melah, letteralmente “Mare del Sale“;, si sta prosciugando: il livello dell’acqua è sceso nell’ultimo secolo di 35 m, in media 1,2 m all’anno. La preziosa perla del Vicino Oriente, profonda 306 m, sta subendo gli effetti rovinosi dei cambiamenti climatici: diventa sempre più un pezzo di sale. A causa delle mancate piogge e delle elevate temperature l’acqua evapora e il sale, la cui concentrazione è dieci volte maggiore di quella del Mediterraneo e degli Oceani, precipita accumulandosi sul fondo.

Questo accumulo provoca una maggiore densità dell’acqua facendo diminuire la presenza di ossigeno e sviluppando l’espansione di acido solfidrico, sostanza tossica. Si capisce quanto sia quasi impossibile la vita nel Mar Morto per i pesci. Non sono tan-ti gli animali marini che riescono a sopravvivere all’elevata salinità: in questo fragile ecosistema è sempre più a rischio il crostaceo Artemia Salina, con tre occhi e 11 paia di zampe.

Ritornano in mente le parole del granchio Sebastian in La Sirenetta in difesa delle meraviglie del mare, oggi minacciate: “Ariel, ascolta: Il mondo degli umani è un pasticcio, se poi ti guardassi intorno vedresti il nostro mar, è pieno di meraviglie, che altro tu vuoi di più?!In fondo al mar”. Insieme al micro gambero Artemia, corrono il rischio di estinguersi anche alcune specie volatili come il Passero del Mar Morto e alcune specie di alghe, come l’alga azzurra. Ma a farne le spese saranno anche i tanti altri uccelli, come le cicogne e i pellicani, che utilizzano il Mar Morto come “autogrill” durante i lunghi viaggi migratori. Quante gravi le ricadute sull’uomo e sull’ambiente se il Mar Morto scomparisse! In realtà il pericolo è negli abissi: quando la siccità scioglie il sale del fondale crea degli enormi crateri, voragini profonde oltre i dieci metri, le doline che sembrano pezzi di mosaico di un paesaggio lunare, ma sulla Terra! E il colore? Non può che essere bianco, come il sale. Interessandoci del destino del Mar Morto, come nuovi Astolfo sulla Luna, potremmo recuperare il senno perduto: tornare ad amare la natura e con essa noi stessi.

Con questo obiettivo Spencer Tunick il 17 ottobre 2021 ha fatto posare nudi e verniciati di bianco più di 200 volontari. Il riferimento è biblico: la moglie di Lot si voltò indietro a guardare Sodoma bruciare e per questo venne trasformata in una statua di sale. Chi avrebbe il coraggio di non rimanere indifferente e di non voltare le spalle davanti alla distruzione della nostra Città Terrestre?

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