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Apuane al top col football americano

Cristina Costin, vicepresidente e allenatrice delle White Tigers, ci svela i segreti di questo sport di squadra

Nella nostra città lo sport non manca, si può provare ogni tipo di disciplina: dal tennis al tiro con l’arco, dal calcio alla danza, dalla pallavolo al padel. Ma forse non tutti sanno che a Massa operano due squadre di football americano femminile: le “White Tigers” e le “Apuania Unicorns”. Entrambe le formazioni giocano ai massimi livelli nazionali. Incuriositi e desiderosi di saperne di più, abbiamo intervistato qualcuno che se ne intende: stiamo parlando di Cristina Costin, che, oltre a essere vicepresidente delle White Tigers, giocatrice, allenatrice e arbitro di questo sport, è anche team manager della nazionale femminile di football americano tackle. Ci può raccontare di più su questo sport e sulla sua origine? «Il football americano è uno sport di contatto, ma non violento come potrebbe sembrare a osservarlo dall’esterno: tutti gli atleti indossano delle protezioni e i regolamenti sono molto rigidi. Questo sport nasce, ovviamente, in America come fusione tra calcio e rugby. In Italia comincia a prendere piede negli anni Ottanta». Cos’ha di bello il football americano? «Il bello del football americano, come di tutti gli sport di squadra, è… che è uno sport di squadra! Quando sei in campo capisci che non serve essere bravi nel proprio ruolo se poi ciascuno non fa la propria parte. Questo si vede anche nei regolamenti: se commetti un fallo, la penalità riguarda tutta la squadra e non il singolo giocatore. Sono così convinta dei valori positivi che si possono trovare nel football americano, che ho avuto voglia di diventare allenatrice per trasmettere anche agli altri la mia passione per questo sport». Da quanto pratica questo sport? «Tre anni fa ho conosciuto il football americano un po’ per caso, grazie a mio figlio che desiderava praticarlo: mi sono avvicinata a questo sport e me ne sono innamorata. Io sono una sportiva, mio padre ha una scuola di karate, sono anche stata campionessa di karate.

E, se avessi conosciuto questo sport quand’ero più giovane, sinceramente non so se avrei intrapreso la strada del karate o quella del football americano».

Perché “White Tigers”? «Il nome è stato scelto al momento della fondazione della squadra, circa 11 anni fa. È un nome di fantasia ed è ispirato ai nomi delle squadre americane che, per noi del football, sono dei miti». In cosa consiste il lavoro di allenatrice di football americano? «Gli allenatori di football sono dei registi: devono suggerire gli schemi di gioco e indicare come e quando metterli in atto. Ma l’allenatore deve anche far capire ai suoi atleti che tutti i membri della squadra sono importanti, che la squadra non può funzionare se qualcuno non funziona». In questo sport bisogna per forza essere “massicci”? «No. Anche se molti pensano che il football americano sia solo per persone grosse e muscolose, in realtà nella squadra servono anche persone snelle e agili, che devono prendere la palla e portarla via. Non importano il sesso, l’altezza, il peso o l’età: il football americano è uno sport per tutti».

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