Il covid, la tecnologia, i teen ager
Un periodo molto difficile anche per noi adolescenti. La scuola è stata un aiuto importante
In Italia il covid è stato un cambiamento drastico nella nostra vita. I giovani sono convinti di star pagando in prima persona l’incapacità della gestione del covid-19. Durante i due anni passati si è potuto comunicare solo in videochiamata, ed è ovvio che vivere dietro a quello schermo ha portato molti cambiamenti.
Nei primi due anni di lockdown il livello di concentrazione è calato. Infatti il 38% degli studenti ha diminuito le sue prestazioni scolastiche. Per di più, a forza di sentire ogni giorno notizie riguardanti il covid, l’angoscia e l’ansia fra i ragazzi sono aumentate e, insieme a queste, è aumentato esponenzialmente il numero di ricoveri di ragazzi e ragazze per sofferenza psicologica acuta. Inoltre sono aumentati i casi di suicidi tra gli adolescenti. E per finire, sono tornati ad aumentare i casi di bulimia e anoressia. L’anno scorso inoltre, è stata fatta una rilevazione statistica fra vari adolescenti italiani ed è emerso che il 64% del campione di popolazione analizzato ha affermato che, se la pandemia non fosse mai avvenuta, oggi sarebbe una persona diversa. Questo importante dato ci può aiutare a capire quanto questa pandemia sia entrata nei cuori dei giovani.
L’unica cosa che in questi ultimi anni è riuscita a intrattenere e, in alcuni casi, a mettere in contatto i ragazzi è stata, come detto all’inizio dell’articolo, la tecnologia. Nel 2020, in pieno lockdown, quasi tutti i ragazzi hanno usufruito del computer per seguire le loro lezioni, per giocare, socializzare… Infatti, proprio in quell’anno, la piattaforma di streaming di Netflix ha raggiunto l’incredibile numero di 203,6 milioni di abbonati, per un incasso annuo di 25 miliardi di dollari. Ovviamente, la tecnologia durante il covid è servita anche a molti ragazzi per mantenersi in contatto, contrastando quindi quel senso di confusione e smarrimento che ha caratterizzato questo periodo.
Altro punto fermo che ha aiutato a non “perdere la retta via” è stata la scuola, che, seppur a distanza, è riuscita a proseguire, anche se con un ritmo molto altalenante. Bisogna infatti ricordare la confusione nel sistema scolastico nel primo mese di lockdown.
Questa confusione derivava sicuramente dal fatto che la scuola non era pronta a fronteggiare un’emergenza del genere e, insieme alla scuola, neanche la connessione internet lo era.