Clima, l’uomo è tra i più a rischio
Anche se sembra non accorgersene è tra gli essere viventi più in pericolo... come altre specie, atolli e ghiacci
Nel pieno della crisi climatica globale, dopo anni di dibattiti tra giuristi e proposte parlamentari conclusesi in un nulla di fatto, nel 2021 ha da ultimo avuto inizio l’iter parlamentare per la modifica dell’articolo 9; un iter giunto a conclusione lo scorso 22 febbraio, con la pubblicazione del testo definitivo in Gazzetta Ufficiale.
Con questa modifica trovano finalmente posto anche nella nostra Costituzione temi come la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi; un primo passo verso la creazione di una nuova relazione tra comunità e ambiente.
Non che il nostro Paese fosse completamente sprovvisto di una normativa a riguardo: di tutela ambientale, infatti, si parlava diffusamente già all’interno dell’articolo 117 del testo costituzionale. Adesso, però, a ulteriore riprova della nuova sensibilità green emersa nel corso degli ultimi anni, queste tematiche entrano «ufficialmente» a far parte dei principi fondamentali della Costituzione.
Un fatto non da poco: è la prima volta nella storia repubblicana che si assiste ad un cambia-mento di tale portata. Un atto dovuto, ancor più se si pensa alle conseguenze del cambiamento climatico, i cui effetti sono oramai sotto gli occhi di tutti.
Non solo Amazzonia, Sahel o qualche esotico atollo dell’oceano Pacifico, oggi è tutto il mondo a correre un grave rischio e, benché sembri proprio non accorgersene, l’uomo è tra gli esseri viventi più a rischio. L’effetto serra continua a peggiorare a causa della dispersione nell’aria di gas serra come l’anidride carbonica, i quali impediscono la fuoriuscita dei raggi solari dall’atmosfera, con conseguente aumento delle temperature.
Lo scioglimento dei ghiacci è soltanto una delle conseguenze dirette del riscaldamento globale, ma a sua volta può comportare l’alterazione del flusso delle maree e delle strutture cicloniche e anticicloniche, contribuendo allo stravolgimento del clima. Un circolo vizioso che rischia di condurci alla completa rovina.
La proposta ha fatto registrare 468 voti a favore, a fronte di un solo voto contrario e appena sei astensioni. Numeri che garantiscono al testo l’appoggio di più dei due terzi del Parlamento, evitando così di dover essere sottoposto a Referendum. Per i cittadini che non rispetteranno l’articolo 9 ci saranno delle pene che, nei casi più gravi, potranno arrivare a prevedere perfino la reclusione.