ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Quattro passi tra nuvole e torri merlate

Alla scoperta del centro storico di Arezzo, uno splendido “falso” che si è trasformato nel tempo

Mi sveglio, lascio a fatica il mio letto caldo e mi affaccio alla finestra: c’è un acrobata che cammina sospeso su un filo, sta attraversando Piazza Grande, la principale piazza aretina. Forse sono ancora addormentata? Mi vesto in fretta, sento il vento che mi sfiora le guance, rosse per il freddo. Incrocio alcuni passanti vestiti in modo strano, che mi squadrano increduli. Mi dirigo verso il chiosco dei giornali e noto il titolo “Buon 1911!”.

Sbalordita corro verso la Biblioteca che mi si presenta con le sbarre alle finestre: che strano, non le avevo mai notate! Mi ci rifugio turbata, per chiedere se quello fosse un giornale vecchio venduto per sbaglio.

Una volta entrata, un uomo armato mi sbarra la strada chiedendomi dove volessi dirigermi e perché andassi in giro vestita così! Solo in quell’ attimo mi accorgo di essere in un carcere, per poco non incontro Gnicche…Che mi sta succedendo? Torno a casa, cerco il libro sfogliato ieri sera, prima di addormentarmi, si intitola “Arezzo e le sue valli” e contiene immagini antiche e straordinarie di Arezzo, nella sua trasformazione durata più di cento anni.

Lo chiudo e…eccomi tornata nel 2022: mi affaccio di nuovo alla finestra, il funambolo non c’è più, le torri merlate e i ballatoi in legno sono tornati al loro posto e sotto c’è un allegro movimento di turisti, che visitano la fiera antiquaria.

Quasi quasi faccio un altro viaggio nel tempo, magari funziona di nuovo la magia? Riapro il libro e scopro che la Piazza è stata ridisegnata e reinventata secondo uno stile “medievale” so-lo dalla metà degli anni ‘20. Leggo che a volerlo è stato il podestà dell’epoca, Pier Ludovico Occhini, acceso sostenitore della età dell’oro di Arezzo nel 1300, che ha progettato il rifacimento di tutto il centro storico, tanto che tra il 1925 e 1935 sono stati ridisegnati due lati di Piazza Grande aggiungendo due torri (sulla Torre Lappoli, sotto la lunetta più alta si intravede in rilievo il fascio littorio), ballatoi e pozzo; e poi il Palazzo dei Priori, la Casa del Petrarca, il palazzo dell’Archivio di stato e il Palazzo Pretorio, oggi Biblioteca della Città, che dal 1404 al 1926 ospitava l’antico carcere giudiziario d’Arezzo, munito di bocche di lupo e fronteggiato dal muraglione del terrapieno del Praticino. La tentazione è forte, sfoglio ancora il libro e mi ritrovo in Piazza Grande, anno 1931,nel mezzo della 1°Giostra del Saracino dell’epoca moderna: la coreografia è bellissima, sapore antico ma non tanto quanto vorrebbe far credere! Scorro in fretta altre pagine e scopro immagini quasi irriconoscibili: la Stazione, bombardata e ricostruita, Piazza S.Iacopo, Via Crispi e la zona Giotto, quando ancora non esisteva e al suo posto c’era un enorme fabbricone…

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