ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di primo grado Simone Martini di Rapolano Terme (SI)

Tutti uguali di fronte alla scuola?

Agenda 2030, costituzioni e diritti degli studenti: istruzione negli Stati europei e in Italia

Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e realizzare uno sviluppo sostenibile. L’Agenda 2030 è un programma per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi dell’ONU e strutturato per obiettivi da conseguire entro la fine di questo decennio. L’obiettivo 4 riguarda l’istruzione di qualità, inclusiva ed equa e promuove opportunitàdiapprendimentocontinuo per tutti, ricollegandosi così con l’obiettivo numero 10 che promuove la riduzione delle disuguaglianze all’interno dei e fra i paesi. Anche il nostro Paese è consapevole che l’istruzione è fondamentale e per questo la Costituzione italiana se ne occupa in modo chiaro, deciso ed esteso, a partire dall’art. 3 che impone di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cit-tadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana». Calamandrei – uno dei padri costituenti – in un’intervista disse: «Il cuore della costituzione è l’articolo 3 e l’articolo 3 è la scuola».

Nell’art. 34 si stabilisce anche che la scuola è aperta a tutti, obbligatoria e gratuita, e che i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi hanno diritto di acce-dere ai gradi più alti degli studi; perciò sono predisposte borse di studio e assegni famigliari. Rivolgendo l’attenzione ad altri paesi europei, si rileva che le costituzioni di Germania, Belgio, Spagna, Danimarca, Svezia e Finlandia hanno sì articoli riguardanti l’istruzione, e in tutti ricorrono parole come «obbligo scolastico», «obbligo all’istruzione»o «diritto all’istruzione», ma in nessuno di essi si insiste con la stessa chiarezza degli artt. 3 e 34 della Costituzione italiana sull’impegno a rendere effettivo questo diritto per tutti e per le persone prive di mezzi in particolare. Nonostante non sia scritto nelle relative costituzioni, nei paesi succitati il diritto allo studio è sostenuto fin dalle scuole superiori con contributi mensili. Questi incentivi sono un investimento sul futuro, che si ripagherà in molti modi grazie alla formazione che rende possibile, e ben al di là del ritorno delle somme direttamente erogate: anzitutto con le capacità di innovazione e di ricerca che il paese guadagna, poi con le tasse più alte che i cittadini un domani, ottenuti migliori posti di lavoro, potranno pagare. Gli stati danno agli studenti un incentivo per renderli presto autonomi e indipendenti, ma prima ancora mirano a limitare il più possibile i casi di abbandono scolastico. Non si pretende sostituire l’interesse per lo studio con quello per i soldi, ma far prendere atto alle persone dell’impatto che la disuguaglianza economica nel periodo scolare, crea disuguaglianza politica, economica e sociale in un futuro.

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